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Castellammare, percolato in mare: la Procura apre un’inchiesta dopo il video di Fanpage.it

La Procura di Torre Annunziata apre un fascicolo sul caso dell’isola ecologica del Comune di Castellammare di Stabia dopo i video pubblicati da Fanpage.it che mostrano il percolato dei rifiuti finire nei canali di irrigazione e da lì nel fiume Sarno e in mare. La polizia ha acquisito i video. Il Comune: “Faremo i test per stabilire il percorso delle caditoie”.
A cura di Antonio Musella
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La Procura di Torre Annunziata ha aperto un'inchiesta sul funzionamento dell'isola ecologica di via Fondo d'orto a Castellammare di Stabia. La vicenda nasce dai video registrati dai residenti e diffusi da Fanpage.it che hanno documentato come durante il trasbordo di rifiuti da un autocompattatore all'altro, il percolato dei rifiuti finisca nei tombini, da fuoriuscendo nei canali di irrigazione agricoli distanti pochi metri e da questi finendo poi nel fiume Sarno, distante appena 100 metri, e successivamente in mare.

La Procura acquisisce i video e apre un'inchiesta

L'isola ecologica di via Fondo d'Orto è gestita del Comune di Castellammare di Stabia dall'azienda AM Tecnology che sono autorizzati al trasbordo dei rifiuti indifferenziati e allo stoccaggio della parte secca e del vetro. I video del Comitato "via fondo d'orto", diffusi poi da Fanpage.it, mostravano come il liquido prodotto dai rifiuti, il percolato, finiva dai tombini ai canali di irrigazione agricoli. Proprio i proprietari del terreno adiacente all'isola ecologica avevano raccontato a Fanpage.it che avevano smesso di coltivare le aree in prossimità del canale di scolo, sia per la puzza insopportabile sia per la pericolosità del liquido inquinante che finiva nei canali. La rete dei canali di irrigazione, come è facilmente riscontrabile dalle immagini satellitari, finisce direttamente nel fiume Sarno e in mare.

Gli attivisti, dopo il servizio di Fanpage.it, hanno consegnato i video alla polizia che li ha trasmessi alla Procura di Torre Annunziata che ha aperto un fascicolo per vederci chiaro. C'è da stabilire se le operazioni compiute dagli operai della AM Tecnology sono regolari e se l'area, di proprietà del Comune di Castellammare di Stabia, è dotata di un sistema di raccolta delle acque nere idoneo per consentire il trasbordo dei rifiuti. Proprio nell'area accanto all'isola ecologica, su un terreno sempre di proprietà del Comune di Castellammare di Stabia, l'amministrazione comunale voleva costruire un sito di trasferenza dei rifiuti, dove cioè possono essere stoccati per un breve periodo di tempo i rifiuti indifferenziati raccolti in città. La costruzione di questo sito prevede l'impermeabilizzazione del terreno ed un sistema di captazione del percolato appunto, infrastrutture che metterebbero in sicurezza l'ambiente circostante. Ma l'amministrazione stabiese non si è aggiudicata il bando di 250.000 euro promosso dalla Città Metropolitana di Napoli ed ha dovuto accantonare il progetto per mancanza di liquidità. Pertanto il trasbordo di rifiuti da un camion all'altro continuerà nell'isola ecologica, operazione per la quale, assicurano dal Comune, la AM Tecnology ha tutte le autorizzazioni in regola.

Il Comune: "Faremo i test sulle caditoie"

L'Assessore all'ambiente del Comune di Castellammare di Stabia, Gianpaolo Scafarto, ex carabiniere già noto per il caso Consip che coinvolse la famiglia dell'ex presidente del consiglio Matteo Renzi, poi completamente scagionata e a cui Scafarto pose le sue scuse, contattato da Fanpage.it è ritornato sull'argomento. "Innanzitutto ho chiesto al Rup del Comune di essere severissimo e di applicare i capitolati degli appalti con l'AM Tecnology rigorosamente – ha detto l'assessore – se ci sono irregolarità vanno sanzionate". Scafarto spiega l'impegno del comune stabiese rispetto al caso dell'isola ecologica: "Ho chiesto all'ufficio tecnico del Comune di effettuare dei test con i liquidi colorati per tracciare con precisione le caditoie e verificare se lo scolo che parte dall'isola ecologica di via fondo d'orto finisce nel fiume Sarno oppure nel raccoglitore delle acque nere e quindi successivamente al depuratore". "E' una prima verifica indispensabile – spiega l'ex carabiniere – accolgo con favore l'inchiesta della magistratura che come sempre ci aiuterà a fare piena luce sulla vicenda".

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