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Catello Maresca: “Libera ha il monopolio dei beni confiscati”. Don Ciotti: “Lo denunciamo”

In una intervista a Panorama il pm napoletano simbolo dell’Antimafia attacca Libera: “Gestisce i beni confiscati in regime di monopolio”. La replica del fondatore dell’associazione contro le mafie: “Libera? Gestisce solo 6 strutture”.
A cura di Angela Marino
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"Libera è stata un'importante associazione antimafia. Ma oggi mi sembra un partito che si è auto-attribuito un ruolo diverso. Gestisce i beni sequestrati alle mafie in regime di monopolio e in maniera anticoncorrenziale. Personalmente sono contrario alla sua gestione: la ritengo pericolosa". Queste le parole del pm antimafia napoletano, Catello Maresca sull'associazione fondata da don Luigi Ciotti. Dichiarazioni che hanno fatto scalpore e suscitato la risposta immediata del fondatore dell'associazione Luigi Ciotti. "Oggi- ha detto Maresca in una intervista a Panorama, che il settimanale pubblicherà domani – per combattere la mafia è necessario smascherare gli "estremisti dell'antimafia", i monopolisti di valori, le false cooperative con il bollino, le multinazionali del bene sequestrato. "Registro e osservo – continua il pm – che associazioni nate per combattere la mafia hanno acquisito l'attrezzatura mentale dell'organizzazione criminale e tendono a farsi mafiose loro stesse". "Purtroppo – continua il magistrato che coordinò le indagini e la cattura di Michele Zagaria.  queste associazioni hanno esasperato il sistema – aggiunge -Sfruttano beni che non sono di loro proprietà, utilizzano risorse e denaro di tutti. Vedo insomma l'estremismo dei settaristi e non di un'associazione ogni qual volta sento dire che si deve fare sempre così". "Libera -conclude – gestisce i beni attraverso cooperative non sempre affidabili. Io ritengo che questa antimafia sia incompatibile con lo spirito dell'antimafia iniziale".

Maresca: "Pseudo-antimafia incompatibile con lo spirito originario di Libera"

"Bisogna constatare che, purtroppo, con il tempo, a questo spirito iniziale esclusivamente volontaristico si sia affiancata un'altra componente, che potremmo definire pseudo imprenditoriale. Questo ha comportato, in alcune zone del Paese, come la Sicilia, che persone lontane dai valori iniziali, abbiamo potuto approfittare della fama di Libera per cercare di curare i loro interessi. Questo ha fatto sì che si snaturasse, in certi luoghi, il reale valore dell'intervento di Libera per fare posto a soggetti non sempre affidabili. Questa pseudo antimafia è incompatibile con lo spirito iniziale". Secondo Maresca, l'Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati non riesce a espletare il compito che le e' stato affidato: "A mio parere bisognerebbe incidere sulla normativa che prevede la destinazione dei beni confiscati, tenendo conto di quelli che possono e che devono avere un valore simbolico nella lotta alla mafia e quelli che invece non lo hanno e che vanno quindi venduti. Scremando questo ‘mare magnum' di beni, se da 15mila diventano mille, questi possono essere distribuiti in maniera più ampia tra le diverse associazioni e a quel punto avere anche la possibilità di controllarne la gestione e il vero utilizzo sociale. Questo comporterebbe un vantaggio per tutte le ‘serie' organizzazioni antimafia, come

Don Ciotti: "Libera non riceve beni, denunciamo"

"Sono sconcertanti le parole di questo magistrato. Chiedo solo verità e giustizia". Lo specifica don Luigi Ciotti audito in commissione parlamentare Antimafia su Libera e sui beni confiscati alle mafie, dopo le anticipazioni dell'intervista che uscirà domani su Panorama. "Noi ribadiamo con forza che Libera non riceve nessun bene confiscato che invece viene dato ai Comuni e da questo affidato alle cooperative". "Noi questo signore lo denunciamo domani mattina, abbiamo deciso di farlo. "Mi fa piacere – dice il fondatore di Libera – che il direttore dell'Agenzia per i beni confiscati Umberto Postiglione abbia ribadito che le associazioni ricevono in gestione i beni, Libera non riceve alcun bene. Libera promuove, agisce soprattutto nella fase della formazione. Sono pochissimi i beni assegnati a Libera che gestisce 6 strutture, di cui una a Roma e una a Catania con tre camere, su 1600 associazioni che la compongono".

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