Ha 34 anni, è napoletano. Vive a Savignano sul Panaro, nella provincia di Modena, con la compagna e le figlie e tutti lo dipingono come una persone riservata, sulle sue, educata. È questo l'identikit di Raffaele Esposito, l'uomo accusato di aver ucciso una donna, trovata carbonizzata il 10 settembre scorso – ma l'omicidio risalirebbe al 30 agosto – a San Donnino, sempre nel Modenese. L'uomo è stato incastrato grazie al frammento carbonizzato di un libro trovato sulla scena del crimine sul quale si legge il nome della figliastra del cuoco 34enne. Quello che tutti in paese descrivono dunque come una persona riservata ed educata potrebbe essere un maniaco seriale.
Quando gli inquirenti che indagavano sull'omicidio di San Donnino sono risalita ad Esposito, infatti, il 34enne era già detenuto dal 6 settembre per aver tentato di sequestrate una ragazza straniera, poco più che 20enne, proprio a Savignano sul Panaro. E ancora, il 28 agosto scorso, solo due giorni prima dell'omicidio, a Zocca, il 34enne si è reso responsabile di una aggressione sessuale ai danni ancora di una giovane ragazza, in un garage. In contrasto con la descrizione di chi vive nel suo stesso paese e di chi lo conosce, la Procura dipinge un quadro di Esposito completamente diverso: una persona pericolosa, assolutamente priva di controllo e di empatia verso le vittime.

