Chiude la discarica di Chiaiano. Pubblicato il bando per la dismissione
Chiude dopo cinque anni di proteste e polemica il sito di raccolta rifiuti in località cava del Poligono, nel quartiere Chiaiano di Napoli. La Sapna S.p.a. (società Sistema ambiente provincia Napoli) ha emanato il bando per l’assegnazione dei lavori di messa in sicurezza. L'apertura del sito era stata disposta dal quarto esecutivo Berlusconi, nella persona del sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso. La discarica di Chiaiano sorge su un territorio di abitato da circa 300mila persone.
Per le operazioni di dismissione sono stati stanziati 3 milioni e 400mila euro destinati a finanziare le spese dell’appalto, della progettazione e degli oneri della sicurezza. Per terminare i lavori è stato disposto un termine massimo di 400 giorni ed uno minimo di 300. Le aziende che vorranno candidarsi dovranno presentare delle proposte in merito alla progettazione esecutiva e nell’esecuzione dei lavori necessari per la realizzazione degli interventi per la messa in sicurezza e chiusura definitiva (capping). I candidati potranno proporre di condurre dei sopralluoghi entro la data del 30 gennaio, mentre le offerte voranno essere presentate alla Sapna entro il 16 marzo. I subappalti saranno possibili entro il 30 percento delle realizzazioni. L'azienda che si aggiudicherà l'appalto dovrà presentare una relazione specialistica per accertare la "compatibilità idraulica ed idrogeologica”, nel rispetto del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico vigente, degli interventi previsti. Le proposte saranno valutate da una commissione. Saranno 4 i parametri determinanti: organizzazione e svolgimento cantiere e fasi lavorative: capping definitivo, captazione biogas e raccolta percolato, opere di regimentazione acque, opere di sistemazione vegetale finale.
Chiaiano chiude, i comitati: "Estromessi dalle decisioni"
Se da un lato la dismissione della cava di Chiaiano, mette fine a una vicenda che ha visto contrapporsi per anni i comitati cittadini alle autorità competenti, dal lato ancora una volta riaccende la polemica sulla gestione del sito.«Al di là degli aspetti puramente tecnici, costi, lavori, appalto, subappalti ecc. ancora una volta è stato disatteso il principio di trasparenza, vigilanza e controllo da parte della cittadinanza – commentano gli attivisti di Rete Commons – quella cittadinanza che più volte ha denunciato le irregolarità , le collusioni, le illegalità che si sono riscontrate durante “la vita” del mostro che ha inghiottito di tutto e di più.
«Nonostante ci siano stati incontri tra comitati, municipalità e Sapna – spiegano – nei mesi scorsi per ribadire una cabina di regia sullo sviluppo e della gara e dei lavori nel sito, per “onor di trasparenza” nulla è successo. I comitati, con le loro possibili figure di riferimento, non sono stati richiesti ne quanto meno convocati. Bene così, tutto come prima, nessuna trasparenza, nessuna partecipazione dal basso. Ed inoltre ci chiediamo, se dal 1 Gennaio 2015, la provincia non ha più ragione di esistere per la conseguente nascita della città Metropolitana, perché la SAPNA continua ad agire liberamente senza avere come interfaccia il Sindaco della città metropolitana o quanto meno il suo Assessore all’ambiente? Manca forse qualche tassello? Per le istituzioni di Palazzo San Giacomo va bene così? Nessun chiarimento sia esso politico o tecnico? Per noi comitati assolutamente no. Certo chiediamo la chiusura definitiva della discarica ma certamente non in questo modo, questa volta non vogliamo che le nostre eventuali denunce arrivino troppo tardi! Non vogliamo essere glorificati di una “tardiva”, se pur utile, ragione».