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Whirlpool chiude a Napoli, la rabbia degli operai

Whirlpool Napoli conferma la chiusura dal 31 ottobre: operai in rivolta

La Whirlpool Napoli chiude il 31 ottobre: questo nonostante ci sarebbero nove aziende interessate all’acquisto dello stabilimento. Operai in rivolta: “Il governo si piega alle multinazionali”. In mattinata si è parlato anche di possibili nove acquirenti per il sito produttivo, ma con offerte reali che non sarebbero arrivate prima del 31 luglio.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Lo stabilimento Whirlpool di Napoli chiuderà i battenti il prossimo 31 ottobre. Lo ha ribadito l'amministratore delegato di Whirlpool Italia, Luigi La Morgia, durante il tavolo di lavoro convocato dal Ministero per lo Sviluppo Economico in videoconferenza. E dire che in mattinata sembravano arrivate buone notizie, come quella che parlava di nove potenziali acquirenti per lo stabilimento Whirlpool di Napoli.

All'incontro, tenuto come detto in videoconfernza tra il Ministero per lo Sviluppo Economico, rappresentato dal ministro Stefano Patuanelli e dal sottosegretario Alessandra Todde , l'amministratore delegato di Whirlpool Luigi La Morgia ed i segretarari di Fim Fiom Uilm e Ugl, ed al quale era presente anche Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, è emerso che di questi nove potenziali acquirenti, che tuttavia avrebbero espresso solo "manifestazioni preliminari" d'interesse, ce ne sarebbero 4-5 con interesse confermato. Si tratta di acquirenti che, spiega Invitalia, non sarebbero in grado da soli di "assorbire l'intero organico", ma che potrebbero rappresentare comunque una soluzione "per la valorizzazione delle competenze professionali" dei lavoratori. Entro fine luglio potrebbe arrivare dunque una proposta materiale.

Ma la decisione di chiudere in ogni caso i battenti entro il 31 luglio ha spiazzato tutti, e gli operai sono pronti alla rivolta, dopo un anno di proteste. Convocata un'assemblea straordinaria dei lavoratori: "Il governo si piega alle multinazionali", fanno sapere gli operai. Ma già in mattinata i sindacati non erano apparsi convinti delle possibili soluzioni arrivate al tavolo della crisi. "Non siamo disponibili a processi di reindustriliazzazioni che sono truffe legalizzate", ha spiegato Rosario Rappa, segretario regionale della Fiom-Cgil Napoli, "Whirlpool e il Governo devono sapere che se non ci daranno una soluzione vera di reindustriliazzazione del sito di Napoli, le lavoratrici e i lavoratori non gli daranno pace". Rappa ha anche rivolto un messaggio a Patuanelli: "Lei è il Ministro e lei deve trovare le soluzioni. Altrimenti sarà necessario tornare al tavolo alla Presidenza del Consiglio". Anche Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil, ha ribadito la linea dura: "Questo tavolo dura da più di un anno, e non c'è condivisione da parte nostra sul percorso. Per la Fiom, l'obiettivo principale è la saturazione del piano industriale di tutto il gruppo. Nel settore elettrodomestico c'è una ripresa dei volumi produttivi che riguarda tutte le aziende e va monitorata per rafforzare la presenza in Italia. Non possiamo riunire il tavolo solo per parlare delle reindustrializzazione di Napoli", ha spiegato la Tibaldi, "ci eravamo lasciati con il compito di analizzare e approfondire i dati sulla tenuta del gruppo nella sua totalità affinché l'aumento dei volumi possa essere stabile e strutturale. Non accettiamo semplificazioni da parte dell'azienda", ha concluso la Tibaldi, che ribadisce quanto sia "necessario mettere in discussione questa impostazione per scongiurare la desertificazione industriale di Napoli e del Sud".

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