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Covid 19

Un dialogo (inventato) spiega perché in Campania non riapriranno molti bar e pizzerie

Perché molti bar, pizzerie e pasticcerie non riapriranno in Campania, per vendere solo il cibo a domicilio? C’è un piccolo dialogo (inventato) tra un esercente e un ‘esperto’ della Regione Campania diventato virale sui social. Spiega che tra obblighi, sanificazioni e burocrazia è praticamente inutile, anzi antieconomico, riaprire per poche ore al giorno.
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È dai tempi delle favole (ma pure delle Operette Morali di Giacomo Leopardi) che i dialoghi inventati, quelli con la morale finale, vengono usati per trasmettere uno stato d'animo, impartire una lezione, raccontare un fatto. In tempi di Coronavirus e chiusura forzata di negozi, bar, ristoranti e pizzerie, un raccontino del genere rende forse meglio di tante altre dichiarazioni e prese di posizioni. Accade dunque che un commerciante (non siamo riusciti a risalire al messaggio originale) pubblichi su Facebook questo ipotetico dialogo tra il titolare di un bar e un esperto della task force Covid-19 (quella della Campania guidata da Vincenzo De Luca) spiegando perché l'ordinanza numero 37, quella per intenderci che consente nuovamente la vendita di cibo a domicilio a patto di prendere dovuti accorgimenti, ha qualcosa che non quadra. Il riferimento è alla sanificazione obbligatoria dei locali e agli orari di apertura, aspetti che hanno portato molti grandi bar, pasticcerie ma anche alcune famose pizzerie (Sorbillo su tutti) a decidere di non riaprire ora e rimandare la Fase2 a tempi migliori (cioè maggio).

– Sono chiuso da oltre un mese e finalmente posso riaprire. Alzo la saracinesca?
– No, no. Calmo, stai calmino. Devi far "sanificare" il locale.
– Ma scusate, non ci entra nessuno da un mese… chi volete che lo abbia infettato?
– Non importa. Va "sanificato"…
– Chi lo sanifica?
– Un'azienda autorizzata e iscritta all'albo. Poi ti rilascia un certificato che devi appendere in un posto visibile dentro il tuo bar e ti consegna le schede dei prodotti che ha usato per sanificare…
– Ok. Poi alzo la saracinesca e comincio a vendere?
– No. Tieni presente che puoi stare aperto dalle 7 alle 14.
– Azz. Il pomeriggio e la sera no?
– No. Ah… guarda che il personale dentro il bar deve avere cappello, mascherina, camice e sovrascarpe.
– Ma se nemmeno in ospedale hanno le soprascarpe. Va beh… poi posso far entrare i clienti e…
– Cosaaaa? I CLIENTI?
– Si.
– Ma sei scemo? I clienti possono solo telefonare e tu gli porti la roba a casa.
– Cioè io faccio sanificare, mi bardo come un operatore dell'ospedale Covid e posso solo fare consegne a domicilio? E solo di mattina? Tutt stu burdell per "Mi portate tre caffè e un cornetto, i caffè con zucchero a parte"?
– Si, è così.
– Ma se è solo per consegne a domicilio perché solo fino alle 14? Lo facevo tutto il giorno, almeno recuperavo un po'…
– No, è pericoloso. Ah, a proposito, guarda che il pomeriggio quando chiudi, ogni giorno, devi sanificare di nuovo.
– E me faccio fa n'atu certificato?
= No. La sera devi solo annotare sul registro chi ha sanificato quel giorno, che attività ha svolto e che prodotti ha usato.
Ncopp a nu registro? Faccio ‘o registro delle pulizie?
– Esattamente!
– Scusa, esperto: te pozz fa na domanda?
– Sono qui per questo, dimmi.
A quant' ‘o miette nu cafè consegnato a domicilio?
– Bah… non saprei…
T'o dico io: a meno di 20 euro a ccafé io ce vac' a perdere. Araprite vuje, "esperto". Aggia capit….. me stong a casa.

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