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Cinquanatamila euro per passare il concorso della Finanza: indagati 3 marescialli

Tre marescialli della Guardia di Finanza sono finiti agli arresti domiciliari per 2 casi di presunta corruzione e millantato credito.
A cura di Angela Marino
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Due marescialli della Guardia di Finanza in servizio alla stazione navale di Napoli e uno presso il centro reclutamento di Roma sono finiti agli arresti domiciliari con l'accusa di millantato credito e corruzione. I militari del Nucleo di polizia Tributaria della Gdf di Napoli hanno eseguito oggi l'ordinanza a carico dei sottufficiali A. I. e N. P. in servizio a Napoli, e M. P. Nel mirino dell'aggiunto Alfonso D'Avino e dei pm Giancarlo Novelli e Valter Brunetti, titolari dell'indagine, due episodi di corruzione. Nel primo caso i militari avrebbero avvicinato il genitore di un aspirante al concorso 2015 per Allievi sottufficiali offrendo di garantire il buon esito. Una richiesta che è stata respinta al mittente.

Nel secondo caso, invece, i marescialli intascarono la somma di 50 mila euro da un loro ex collega per intercedere a favore della figlia nel concorso: in questo caso, invece, la ragazza fu bocciata agli orali e i militari dovettero restituito il denaro. Il provvedimento odierno è maturato nell'inchiesta sui tentativi di corruzione all'interno dei concorsi della Finanza. In una intercettazioni telefonica agli atti dell'inchiesta, gli indagati parlavano dei componenti della commissione del concorso definendoli "inavvicinabili".

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