La lista delle vittime innocenti della camorra, a Napoli, è veramente troppo lunga, da Giancarlo Siani ad Annalisa Durante, passando per Silvia Ruotolo. Tra queste c'è anche Ciro Colonna, ragazzo di soli 19 anni, freddato durante un raid il 7 giugno del 2016 a Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli. È il 7 giugno del 2016, una giornata di inizio estate come tante: Ciro frequenta una scuola serale ed è prossimo a prendere il diploma e a cominciare, poi, la sua nuova vita da adulto. Quel giorno di inizio estate, il 7 giugno del 2016, Ciro è in un circolo ricreativo del Lotto 0 di Ponticelli, il quartiere dove vive ed è cresciuto. È insieme agli amici, come spesso accade, quando in quel circolo ricreativo fanno irruzione due sicari che, simulando una rapina, sparano: alcuni scappano, altri sono pietrificati dalla paura. Nel raid viene freddato Raffale Cepparulo, il boss dei cosiddetti "barbudos" e appartenente al clan Esposito-Genidoni, il reale obiettivo dei killer. Prima di andare via, però, i sicari sparano anche a Ciro, che nel marasma generale si è chinato sul pavimento per raccogliere gli occhiali, senza i quali non riesce a vedere bene.
È il 7 giugno del 2016 e Ciro Colonna, 19 anni e tutta la vita davanti, diventa l'ennesima vittima senza colpe della camorra. Nel marzo del 2018, quasi due anni dopo l'omicidio di Ciro, a Napoli e provincia i carabinieri, dopo una lunga indagine della Direzione distrettuale antimafia partenopea, arrestano otto persone, ritenute affiliate ai clan Rinaldi e Pazzigani, operanti anch'essi a Napoli Est: tra loro ci sono anche i mandanti e gli esecutori materiali dell'omicidio di Ciro Colonna. Dal giorno della sua morte, la sorella di Ciro, Mary Colonna, il 7 giugno riunisce i ragazzi del Lotto 0 di Ponticelli per ricordare il 19enne e per dire no alla camorra.