Due parallele che vanno sulla stessa strada, in un'area di una cinquantina di metri quadrati tra i palazzi nelle viscere di Napoli. Era qui, tra queste stradine della Pignasecca, il patrimonio immobiliare di Antonio Equabile, pluripregiudicato di lungo corso, con una serie di precedenti che spaziano dal furto all'associazione e già sorvegliato speciale. Cinque appartamenti, un terraneo (basso, vascio, in dialetto napoletano), altre due unità immobiliari, tutte una accanto all'altro, a portata dello sguardo, sottomano. Tutto finito sotto sequestro, per un decreto del Tribunale di Napoli, sezione Misure di Prevenzione, eseguito dalla Divisione Anticrimine della Questura di Napoli. Equabile, 63 anni, in passato era stato accostato ai Terracciano, nel periodo in cui il clan era egemone ai Quartieri Spagnoli e, in particolare, nella zona delle “chianche”. Pizzo, usura, estorsione e gioco d'azzardo, tutti affari che erano nelle mani dei boss che si sono succeduti al comando e che hanno fruttato valanghe di denaro, servite da reinvestire nell'illecito o per creare piccoli imperi immobiliari.
Nel 2006 Equabile fu sottoposto a un fermo di indiziato di delitto, nell'ambito di un procedimento che scoperchiò li affari del clan Terracciano; per quella faccenda incassò una condanna definitiva a 10 anni e 4 mesi di reclusione per associazione per delinquere di stampo camorristico, lesioni personali pluriaggravate, detenzione e porto di arma comune da sparo e violenza privata.
Ora è arrivato il decreto del Tribunale, che va colpire quei beni, tutti alla Pignasecca, che secondo la Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali erano stati acquistati coi soldi provenienti dagli affari della malavita, per un valore di circa 1 milione di euro: 3 appartamenti e un terraneo in via Formale, un appartamento e 2 unità immobiliari in vico Grotta Mastrodotti e un appartamento in via Carlo Nazzaro.