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Covid 19

Col coronavirus aumentano del 12% vittime di usura, Campania tra le più colpite

Con il coronavirus sono aumentate le vittime di usura in Italia: il numero degli imprenditori che si sono rivolti agli strozzini è salito del 12%, la Campania è tra le regioni dove gli effetti sono stati più evidenti. Lo ha evidenziato Giuseppe Oliviero, presidente di Cna Campania Nord, commentando l’accordo che unisce Sos Impresa con le associazioni di categoria degli imprenditori.
A cura di Nico Falco
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Le vittime di usura sono aumentate, sono sempre più gli imprenditori che, stritolati dalla crisi e col colpo di grazia del coronavirus, hanno dovuto rivolgersi agli strozzini per reperire liquidità. Finendo, di conseguenza, nel vortice dei debiti, con cifre sempre più alte da restituire soltanto per ripagare gli interessi. Lo evidenzia Giuseppe Oliviero, presidente di Cna Campania Nord e vicepresidente nazionale di Cna, commentando la firma dell'accordo delle associazioni di imprese con Sos Impresa. Il protocollo è stato sottoscritto da Sos Impresa, Confesercenti, Confartigiani, CLAAI, CNA, Confartigianato e Confcommercio; le associazioni si impegnano a promuovere specifici corsi di formazione per diffondere la cultura della legalità e della giustizia e a promuovere una specifica attenzione nella scelta di partners, subappaltatori e fornitori.

"I dati del ministero dell'Interno – spiega Oliviero – dicono che il numero degli imprenditori vittima di usura è aumentato del 10-12% e la Campania purtroppo primeggia. I piccoli imprenditori e gli artigiani si difendono con un nuovo rapporto con le forze ordine e con il tentativo di acquisire strumenti per accompagnare gli imprenditori in un percorso che li sottragga alla criminalità e all'usura, una piaga che sta riprendendo vigore nel nostro territorio e in tutta Italia". "L'usura – aggiunge Oliviero – porta il rischio che a un tessuto sano imprenditoriale che ha storia e tradizione si sostituiscano imprenditori che vivono più di ombre che di luci, così il mercato non si basa più sulla libera concorrenza ma diventa inquinato e avvelenato da attività che non rispettano le regole. Sostituirle con un tessuto imprenditoriale ambiguo significa mettere a rischio l'intero territorio".

"La preoccupazione che nutrono tutti – dice Luigi Cuomo, presidente di Sos Impresa – è il rischio che aumenti il fenomeno usuraio e il livello di infiltrazione criminale nell'economia legale. Le associazioni di categoria condividono questa preoccupazione, riconoscono di non essere adeguatamente attrezzate per affrontarle da sole e hanno chiesto alla nostra associazione di fornire un servizio di accompagnamento per aiutare le imprese a non finire nelle mani della criminalità o, quando purtroppo ci sono già finite, ad uscirne in sicurezza".

"Gli effetti della crisi esplosa a causa del Covid-19 non sono ancora deflagrati – conclude Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Camapania- molte nostre PMI non recupereranno più il fatturato perso in questi mesi, altre non riapriranno più. La presenza di oggi dei prefetti tra cui il Commissario di Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Annapaola Porzio, è stata per noi molto confortante: a loro tuttavia Confesercenti ha chiesto di intervenire sui tempi della burocrazia perché le imprese possano avere risposte immediate dalle Istituzioni sui finanziamenti richiesti. È un momento cruciale: le imprese, già sofferenti prima del Covid-19 per la crisi economica, ora sono in ginocchio: se non hanno subito i fondi cadranno tra le braccia della criminalità".

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