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Commerciante ischitano denuncia: “Sono io quello sui pacchetti di sigarette”

La vicenda ricostruita da “il Golfo”. Borrelli: “Assurdo, pronti ad aiutarlo nella sua battaglia legale”. Ma i dubbi rimangono: nel 2016 diversi i casi di “riconoscimento”, tra cui quello di un galiziano e di un uomo di Torino. Ma l’Unione Europea aveva già assicurato: “Abbiamo ricevuto tante lamentale da parte di più individui, ma abbiamo il pieno consenso di tutte le persone ritratte in queste foto”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Una bruttissima vicenda quella che arriva dagli Stati Uniti e che riguarda un cittadino di Ischia: l'uomo, Maurizio Plescia, si sarebbe infatti riconosciuto sui pacchetti di sigarette della Philip Morris, in un'immagine davvero particolare, che lo ritrae intubato in un letto d'ospedale, come "monito" per chi fuma. Un'immagine forte ma che sarebbe stata usata a sua insaputa e che, peraltro, sarebbe stata presa fuori dal contesto in cui sarebbe stata scattata: l'uomo, infatti, era stato ricoverato qualche anno fa in un ospedale colombiano, e per una patologia che con il fumo non avrebbe niente a che fare.

Da qui l'intenzione, come riportato da "il Golfo", di avviare una causa contro le multinazionali del tabacco per il presunto utilizzo illegale della sua immagine. Sulla vicenda si è espresso anche Francesco Emilio Borelli, consigliere regionale dei Verdi, che ha sottolineato come "la storia del commerciante ischitano sia incredibile ed inaccettabile. Siamo pronti a sostenere la battaglia di Maurizio Plescia contro le multinazionali del tabacco che si sono impossessate, a sua insaputa, di una sua foto mentre era intubato in un letto d'ospedale per usarla sui pacchetti di sigarette.

Borrelli: "Assurdo un errore del genere"

"E' assurdo", ha proseguito Borrelli, "che una multinazionale abbia fatto un errore del genere e se anche avesse preso la foto da qualche agenzia deve ritirare immediatamente tutti i pacchetti con la foto del commerciante ischitano e risarcirlo per lo choc di ritrovare quella sua foto in giro per il mondo e non si capisce perché non l’abbia ancora fatto nonostante l’azione legale avviata da Plescia. Quest'episodio", ha concluso Borrelli, "conferma la sensazione di onnipotenza di certe multinazionali che, forti della loro potenza economica, pensano di poter calpestare i diritti delle persone, a cominciare da quello di preservare la propria immagine, soprattutto quella in un letto d’ospedale".

Una foto contesa: i precedenti di Torino e degli spagnoli

Ma i conti non sembrano tornare, almeno per il momento, e dunque il condizionale è d'obbligo. Sì, perché la foto sui pacchetti di sigarette tanto contestata era stata già "rivendicata" da almeno altre due persone: un uomo di Torino ed un cittadino spagnolo, originario della Galizia, entrambi nel novembre del 2016. Il primo si riconobbe nella foto e denunciò alla Guardia Civil il fatto, spiegando di trovarsi in ospedale per un'operazione alla schiena subita tre anni prima all'Ospedale di Santiago di Compostela. Il torinese Raffaele Leone, invece, riconobbe nella foto il padre 73enne Agostino, morto per un ictus poco tempo prima. Ed anche in quel caso, sarebbe partita una denuncia.

L'Unione Europea aveva già rassicurato tutti nel 2016

E non furono gli unici due casi: anche una donna di Barcellona riconobbe nella foto il marito, morto invece per un tumore. Ed i casi di "riconoscimento" iniziarono a diffondersi rapidamente, tanto che un portavoce dell'Unione Europea dovette dichiarare pubblicamente: "Abbiamo già ricevuto alcune lamentele da individui di nazionalità diverse rispetto alla stessa immagine e che ritengono di essere stati ritratti senza consenso. Tuttavia, abbiamo documenti molto scrupolosi che dimostrano come abbiamo il pieno consenso di tutte le persone ritratte in queste foto". Insomma, fine del caso. Almeno fino ad oggi, che è tornato a galla.

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