Matteo Brambilla, l'ingegnere lombardo candidato del Movimento Cinque Stelle a sindaco di Napoli è un timido. E ci sta: non è un professionista della politica, è stato letteralmente catapultato in una delle più agguerrite campagne elettorali della prossima tornata delle Comunali del 5 giugno. La sua strategia – e quella del suo principale sponsor nel M5S, Roberto Fico – è però al limite dell'autolesionismo. Qual è il bacino da cui l'ingegnere dovrebbe pescare? Ovvio: quello di Luigi de Magistris, ovvero la platea di scontenti che nella tornata 2011 votarono Giggino in assenza di un candidato grillino e che ora guardano con interesse al candidato del Movimento. E invece che ti fa "il Brambi"? Attacca a testa bassa, come un torello, Gianni Lettieri (centrodestra) e Valeria Valente insieme al Partito Democratico. Da un grillino che ti aspetti? Che attacchi l'imprenditore di centrodestra candidato e il "Pdmenoelle".
E così don Matteo si perde nel mare magnum della competizione elettorale: non emergono le idee programmatiche perché non sono in contrapposizione con quanto (non) fatto negli ultimi cinque anni; non emerge il personaggio perché tranne la curiosità sul fatto che manco è napoletano, è arrivato troppo tardi in un'arena politica che già da novembre vede scontrarsi partiti, personaggi e personaggetti. Perché l'elettore Pd o di centrodestra dovrebbe dunque votare per lui, sconosciuto ai più e per giunta timido nello scontro elettorale? Perché il 45% degli indecisi dovrebbe cambiare idea, recarsi alle urne e scrivere il suo nome?
De Magistris gongola perché se è vero che nei sondaggi elettorali il M5S a Napoli è accreditato dal 13 al 18% dei consensi, allora questo è un pacchetto di voti fondamentale per il ballottaggio. I grillini probabilmente non ci arriveranno (e nemmeno ci credono) quindi quell'ambito è tutto terreno di caccia dell'attuale sindaco. A quanto si sussurra nell'ambiente grillino partenopeo, c'è una diversità di vedute nell'ala partenopea del direttorio M5S, con un Fico più orientato verso la campagna soft, a differenza di Luigi Di Maio che avrebbe voluto un candidato più arrembante nei confronti del primo cittadino uscente. Domani, mercoledì 27, Brambilla presenta la sua lista al Comune. Vedremo se almeno in quella occasione uscirà dal guscio e dirà qualcosa "di grillino".