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Condannati ad otto anni di carcere per droga i poliziotti che scortarono Gigi D’Alessio

Condannati a cinque anni ed otto mesi il primo, a tre anni il secondo. Per entrambi l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Esclusa, invece, l’aggravante mafiosa.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Condannati in appello due agenti della polizia di stato, che risultano già sospesi: per entrambi l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Esclusa, invece, l'aggravante mafiosa. I due poliziotti, che erano stati in servizio fino al febbraio 2016 al commissariato di Marcianise quando vennero arrestati, divennero famosi perché, assieme ad un terzo collega, scortarono senza autorizzazione il cantante Gigi D'Alessio.

La vicenda risale al dicembre del 2013: i tre agenti fecero da scorta, con l'auto della polizia, il noto cantante napoletano che doveva raggiungere un evento nel quale presentare il suo nuovo album. Gli agenti, nella circostanza, avrebbero mentito al dirigente del loro commissariato ed avrebbero anche falsificato le relazioni di servizio. Lo stesso Gigi D'Alessio, testimoniò in tribunale nel febbraio del 2017. Uno dei due poliziotti era stato condannato in primo grado a sei anni con rito abbreviato, mentre in Appello la corte ha disposto una riduzione, seppur minima, a cinque anni e otto mesi di carcere. Per il secondo, invece, dopo una prima condanna a tre anni ed otto mesi in primo grado, una riduzione a "soli" tre anni di carcere.

I due erano stati accusati dalla Dda di Napoli di aver "favorito" alcuni spacciatori di Marcianise, rivelandogli notizie riservate sulle indagini che li riguardavano, consentendogli di sfuggire alla cattura oppure arrestando altre persone legate ad altri gruppi di spaccio concorrenti. In totale, la Corte d'Appello ha comminato sedici condanne: tra queste, particolarmente pesanti quelle relative ad alcuni pusher, condannati chi a sette anni e dieci mesi e chi a quindici anni e quattro mesi. Condannato anche un avvocato, accusati di assumere le difese dei pusher che gli avrebbe indicato uno degli agenti condannati.

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