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Consiglio Regionale non ascolta lo Svimez: cancellata la commissione politiche giovanili

Scompare dalle commissioni speciali quella che si occupava di giovani, disagio sociale e occupazione, su proposta del Movimento Cinque Stelle.
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La consigliera regionale del M5S Valeria Ciarambino.
La consigliera regionale del M5S Valeria Ciarambino.

Appena pochi giorni fa lo Svimez, nel suo rapporto annuale, ha certificato il dramma della condizione giovanile nel Sud Italia, parlando di una “frattura senza paragoni in Europa”. Il consiglio regionale non ha battuto ciglio e, nelle stesse ore, ha cancellato con un colpo di spugna la “commissione consiliare speciale in tema di politiche giovanili, disagio sociale e occupazione”, che resisteva da anni e che qualche piccolo risultato, tra leggi e regolamenti licenziati dall’assemblea, a casa era pur sempre riuscita a portarlo. L’ultima presidente è stata Rosetta D’Amelio, attuale presidente del consiglio regionale e pure da lei non ha speso una sola parola per la cancellazione, che ha seguito di qualche settimana la ripartizione delle deleghe di giunta da parte del governatore Vincenzo De Luca. Di un assessorato specifico con una delega ben chiara dedicata ai giovani, infatti, non c’era e non c’è nessuna traccia nel nuovo esecutivo. In questo, De Luca si è mosso in continuità con Stefano Caldoro, che pure aveva deciso di non attribuire a nessuno la delega nel 2010, anche se tutti sapevano che fungeva da “assessore occulto” Armando Cesaro, il figlio dell’ex parlamentare e presidente della Provincia di Napoli, Gigino, che negli anni ha personalmente trattato queste tematiche, per conto del presidente ed in via informale, con la struttura tecnica della Regione.

Il “merito” della cancellazione della commissione sulla condizione giovanile se l’è preso la candidata governatrice del Movimento Cinque Stelle, Valeria Ciarambino. “IL M5S fa scacco matto!  – ha esultato su Facebook – Appena rientrata a casa dal Consiglio regionale non riesco a trattenere la gioia per quanto accaduto. Oggi in Consiglio regionale abbiamo ottenuto un grande risultato, frutto della nostra determinazione e del lavoro di squadra.” Quale sarebbe questo grande risultato? Semplicemente, il Partito Democratico e la maggioranza hanno deciso di non entrare nel merito delle competenze delle quattro commissioni speciali, la cui presidenza spetta alle opposizioni. Il centrodestra non ha trovato una quadra al suo interno ed alla fine è passata la proposta dei grillini, che prevede che le commissioni, nel prossimo quinquennio, si dovranno occupare di questi temi: trasparenza, controllo delle attività della Regione e degli enti collegati e controllo dell'utilizzo di tutti i fondi; anticamorra e beni confiscati; Terra dei fuochi, bonifiche ed ecomafie; sburocratizzazione ed informatizzazione della PA. “La nostra proposta è stata il frutto di una lunga valutazione, nell'intento di individuare le vere priorità del nostro territorio su cui concentrare approfondimenti e azioni mirate ed attivare commissioni realmente utili, senza sprecare soldi pubblici e creare poltronifici inutili” ha spiegato la Ciarambino.

Quanto accaduto porta a dedurre due cose: la prima è che per il Movimento Cinque Stelle il tema della “sburocratizzazione ed informatizzazione della macchina amministrativa” è più importante della condizione giovanile in Campania; la seconda è che la maggioranza di centrosinistra non ha alcun interesse rispetto a ciò di cui si debbano occupare le commissioni speciali, nelle quali, comunque, andranno a prendere posto i suoi rappresentanti (con relativi gettoni di presenza). Tutto questo, mentre lo Svimez racconta che negli ultimi sette anni nel Mezzogiorno si sono persi 622mila posti di lavoro tra gli under 34 e che ben due milioni di lavori sono “Neet”, cioè non studiano, non lavorano, non seguono corsi di formazione. Un assessorato ed una commissione ad hoc avrebbero risolto tutti questi problemi? No, ovviamente. Ma averli sarebbe stato un segnale di attenzione per centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi che vivono nella regione anagraficamente più giovane d’Italia e che, troppo spesso, hanno l’impressione di essere abbandonati a se stessi.

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