Controlli anti contagio al Policlinico di Napoli, fuori si crea la folla di pazienti oncologici
Ingressi rallentati per via dei controlli anti coronavirus, in modo da limitare le possibilità di contagio, e assembramenti che si formano all'esterno della struttura, creando quindi una situazione di potenziale rischio, per di più in pazienti immunodepressi. Il controsenso, conseguenza della regolamentazione degli accessi per le terapie oncologiche al Policlinico Federico II di Napoli, è stato segnalato dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, che ha ricevuto la denuncia di un cittadino napoletano che si trovava in ospedale per accompagnare un parente.
"Come ogni lunedì – scrive l'uomo a Borrelli – ho accompagnato mio cognato a fare la chemioterapia, solo che questa volta la prassi era cambiata. Fino alla settimana scorsa accompagnavo mio cognato in sala d’attesa e li poi veniva preso in carico da un operatore che lo portava a fare la chemio. Stamattina invece abbiamo trovato tante persone in attesta all’esterno perché, come ci è stato riferito, dovevano effettuare dei controlli su eventuali sintomi da Coronavirus, prima di poter consentire l’accesso all’interno. In questo modo si è venuto a creare un assembramento di tante persone con problemi oncologici".
"Mi sembra una situazione assurda e contraddittoria – dice Borrelli – Per evitare contagi è giusto che vengano effettuati dei controlli ma non si può creare una situazione in cui si formano degli assembramenti di pazienti oncologici, e quindi immunodepressi, perché così invece di tutelarti si crea una situazione di grande pericolo. Ho inviato una nota al direttore generale del Policlinico per verificare la situazione e fare in modo che siano date disposizioni diverse dove sia garantita la sicurezza di tutti. Tra l'altro bisognerebbe avere una particolare attenzione a questi pazienti immunodepressi che sono altamente a rischio”.
Una segnalazione analoga arriva anche dall'ospedale Pascale, da parte di Francesco Maranta, portavoce del Forum Diritti e Salute. Nel centro di riferimento per le terapie oncologiche, spiega Maranta, i pazienti sono costretti a lunghe attese. Conseguenza di "carenze originate dai pesanti e selvaggi tagli condotti negli ultimi vent’anni dai governi nazionali e regionali". "Non solo i pazienti Covid sono stati assistiti da una sanità pubblica in grande difficoltà – dice Maranta – adesso la risposta è simile a quella degli ospedali da campo della prima guerra mondiale, ma anche le patologie pesanti, come quelle oncologiche e del sistema cardio circolatorio, sono seguite con tragici ritardi e rinvii che causano difficoltà enormi".