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Coppa del Mondo paralimpica di scherma, bronzo per Rossana Pasquino in Ungheria

Ancora una medaglia per Rossana Pasquino, l’atleta paralimpica di origine beneventana, che alle spalle ha un’oro conquistato ad Amsterdam e un bronzo in Corea del Sud. Fanpage.it aveva già raccontato la sua storia dopo il successo di Cheongju. Ora l’obiettivo della professoressa della Federico II è sempre più vicino: Tokyo 2020.
A cura di Gaia Martignetti
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Eger, 12-15 february 2020 Fencing Wheelchair World Cup Zsolt KaposvariCredits Federazione Italiana Scherma/ Photo Augusto Bizzi
Eger, 12-15 february 2020 Fencing Wheelchair World Cup Zsolt Kaposvari
Credits Federazione Italiana Scherma/ Photo Augusto Bizzi

Che Rossana Pasquino tornasse a casa, in Italia, con una medaglia al collo era per molti scontato. Perché l'atleta di origine beneventana, campionessa di scherma paralimpica sempre più proiettata verso Tokyo 2020, ha nel suo palmares già diversi successi importanti. Il bronzo, questa volta, è arrivato durante la Coppa del Mondo paralimpica, nella sciabola, che si sta svolgendo a Eger in Ungheria. Rossana Pasquino, allenata dal Maestro Dino Meglio dell'Accademia Olimpica Beneventana di scherma, ha alle spalle l'oro conquistato ad Amsterdam e il bronzo ai Mondiali di Cheongju. La Pasquino, arrivata fino in semifinale superando diverse atlete, si è arresa solo alla russa Irina Mishurova perdendo di un soffio,  per 15-12,  al termine di una gara molto combattuta.

Fanpage.it aveva raccontato la sua storia dopo il bronzo di Cheongju. Professore associato all'università Federico II di Napoli, dove si è laureata con 110 e lode in Ingegneria Chimica, la Pasquino ha scoperto il suo talento per la scherma da pochi anni, grazie a Francesca Boscarelli e al Maestro Dino Meglio, come lei stessa aveva raccontato. »Nella propria testa esistono tantissimi limiti, oggettivamente ce ne sono veramente pochi. Se mi chiedi di fare i 100 metri a ostacoli non posso farli, questo è chiaro. Però magari posso fare molte più cose di quante ritengo possibili». Con questo spirito e un obiettivo bene chiaro, che sempre di più diventa possibile, niente sembra precluso. Neanche le Olimpiadi di Tokyo 2020.

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