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Covid 19

Il Coronavirus blocca anche la camorra: piazze di spaccio vuote, estorsioni rimandate

Le misure di contenimento in vigore per limitare la diffusione del coronavirus in Italia avranno un impatto anche sulla malavita organizzata: probabile uno slittamento nella riscossione del racket, mentre le maggiori ripercussioni saranno sulla vendita di droga, con le piazze di spaccio che dovranno cambiare radicalmente per non fermarsi.
A cura di Nico Falco
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Le nuove misure del Governo per il contenimento della diffusione del coronavirus sono destinate ad avere un forte impatto anche sulla camorra. E come potrebbe essere altrimenti? Come tutti, anche la criminalità organizzata  è dovuta "correre ai ripari": limitare gli spostamenti significa non poter proseguire con le attività illegali e anche lasciare spazio a clan nemici che di questa confusione potrebbero approfittare. Via le vedette dalle strade e maggiore "morbidezza" per la riscossione del pizzo alle attività commerciali chiuse o che non stanno guadagnando. Si sa, la malavita non riposa mai. E cerca di trovare l'aspetto positivo anche in una situazione del genere. Quale? Presto detto: meno agenti dedicati al contrasto ai reati significa avere maggiore libertà di manovra per gli spostamenti logistici. Come nella memorabile scena del film "Il camorrista" di Tornatore, quando ‘O professore di Vesuviana approfitta del terremoto per fare strage dei suoi nemici nel carcere: è la trasposizione cinematografica della strage di Poggioreale, di quando, dopo la scossa del 23 novembre 1980, gli uomini di Raffaele Cutolo uccisero tre detenuti legati a clan rivali.

Piazze di spaccio, le vedette sono sparite

Il traffico di droga non si fermerà, su questo non ci sono dubbi. Cambia radicalmente o dovrà farlo a breve. Gli spacciatori sono già abbastanza protetti dal pericolo contagio, visto che spesso passano gli stupefacenti attraverso finestre o fessure nel muro in modo da avere una barriera di protezione per rallentare gli interventi delle forze dell'ordine e scappare; lo stesso non vale per le vedette, le cui mansioni prevedono proprio il contatto coi clienti e la presenza in strada. Da oggi non potranno più esserci: altro che "sto aspettando un amico" o "sono sceso a fare due passi", se non è sempre semplice dimostrare che siano a guardia della piazza di spaccio, verranno denunciate perché la violazione delle misure disposte per contrastare la diffusione del Coronavirus è palese.

Continuare a vendere droga senza poter fare affidamento sulle vedette significa non avere protezione dalla strada ed esporsi al rischio che le forze dell'ordine seguano i clienti e di ritrovarsele davanti alla porta. Ma c'è un ulteriore fattore da tenere in considerazione: i limiti alla circolazione valgono anche per i clienti e quindi la domanda potrebbe crollare drasticamente. Secondo fonti investigative ascoltate da Fanpage.it, la situazione potrebbe spingere i pusher allo spaccio "a domicilio", come già successo in molte realtà criminali, con conseguente aumento dei rischi di poter incappare in un controllo delle forze dell'ordine e farsi trovare con soldi e droga nelle tasche.

C'è il  coronavirus: niente estorsioni ai commercianti

å è uno di quelli in cui i clan arrivano nei negozi a "battere cassa", insieme a Natale e Ferragosto. Ma quest'anno, con la drastica riduzione del volume di affari per le attività commerciali e l'imposizione della chiusura anticipata per quelle di ristorazione e quelle in cui c'è stretto contatto coi clienti, la classica "offerta per le famiglie dei carcerati" potrebbe essere più difficile da riscuotere. Ed ecco che la camorra potrebbe mostrarsi più bonaria, più permissiva. Di certo non per buon cuore: taglieggiare un commerciante con l'acqua alla gola significa esporsi al forte rischio di una denuncia, e nessuno ha voglia di finire in carcere con la prospettiva di restarci per anni per estorsione aggravata. Difficile pensare a un annullamento della "quota": piuttosto, è più probabile una riduzione o uno slittamento.

Più controlli ai cittadini, meno controlli ai criminali

L'emergenza coronavirus ha raggiunto l'intero territorio nazionale e non è quindi possibile trasferire operatori di polizia tra le regioni per intensificare i controlli. La coperta è corta come sempre e si dovrà ragionare per priorità: in questo momento l'imperativo è garantire il rispetto delle misure di contenimento, dedicando le unità disponibili ai controlli in strada evitando gli assembramenti e nelle attività commerciali. Questo non vuol dire chiaramente che il crimine verrà tollerato, ma sicuramente che ci sarà meno possibilità di intervenire in modo incisivo in quelle zone ad alta densità criminale. E, di conseguenza, rilevano fonti investigative, sarà più facile spostare droga e armi, approfittando del fatto che polizia e carabinieri sono impegnati in prima linea nella tutela della salute pubblica.

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