Coronavirus, in Campania poche persone in spiaggia: “47mila stabilimenti rischiano di chiudere”
Gli effetti devastanti dell'epidemia di Coronavirus sull'economia, previsti e prevedibili, cominciano a farsi vedere. La diffusione del contagio e poi le norme per evitare nuovi casi hanno penalizzato l'inizio della stagione estiva che, seppur cominciata a tutti gli effetti, fatica ad entrare nel vivo. In Campania, le presenze sulle spiagge e negli stabilimenti balneari, dopo la ripartenza, sono colate a picco: -70% rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2019. "Sono quasi 28 i miliardi di euro di perdite per le imprese campane nei primi sei mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo del 2019, una cifra negativa enorme maturata per la totalità nel corso degli ultimi 4 mesi, ovvero nel periodo del lockdown e in questo primo mese e mezzo di riapertura. La nostra economia è in ginocchio" ha dichiarato Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania.
"Confesercenti Campania – prosegue Schiavo – lancia il grido d'allarme, perché di questo passo oltre 47.000 imprese chiuderanno i battenti a settembre, lasciando a casa più di 140.000 lavoratori. Ricordo che in Campania oltre 20mila imprese non hanno ancora riaperto dopo il lockdown. E se questo sarà l'andamento dell'economia anche a luglio e ad agosto, la Campania dovrà affrontare un ulteriore tsunami economico. Il momento è molto grave. Manca la domanda, gli esercenti sono al collasso. E non inganni che si vede molta gente in giro: l'economia è ferma, le persone hanno pochi soldi in tasca".
Presenze in calo sulle spiagge in tutta Italia
La situazione delle spiagge e degli stabilimenti balneari non migliora nel resto d'Italia: calo di presenza da Nord a Sud. "Buone le presenze nei week-end, ma i numeri riscontrati non sono assolutamente sufficienti per risollevare i conti dopo una primavera totalmente mancata. La causa principale, anche per la nostra categoria, è stata la pandemia da Covid-19 e la conseguente crisi economica, tanto che alcuni stabilimenti balneari questa estate hanno deciso di non aprire affatto perché non sarebbe stato remunerativo, con la conseguenza della perdita di diversi posti di lavoro, non solo stagionali. A cià si sono aggiunte le avverse condizioni atmosferiche, sempre più determinanti con il concentrarsi delle presenze nel week-end, per cui se si ‘perde' la domenica si vanifica, di fatto, l'incasso dell'intera settimana" ha detto Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari.