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Covid 19

L’allarme dei pediatri: basta con le richieste di certificati per i bimbi

Molti istituti scolastici hanno chiesto ai genitori dei bambini di presentare un certificato medico che attesti che non abbiano contratto il coronavirus. Una situazione che, paradossalmente, crea rischio contagio affollando gli studi di pediatri e medici. L’allarme lanciato dalla Federazione Italiana dei Medici Pediatri tramite il vicepresidente Antonio D’Avino.
A cura di Nico Falco
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Molti istituti scolastici hanno richiesto ai genitori dei piccoli alunni di presentare dei certificati medici dei bambini per consentire loro il ritorno a scuola. Una situazione che, se da un lato sembra dettata dalla necessità di garantire che i bimbi stiano bene, può paradossalmente portare all'opposto: riempire gli studi dei medici di persone può potenzialmente causare una diffusione incontrollata del coronavirus. L'allarme è lanciato dalla Federazione Italiana dei Medici Pediatri, tramite il responsabile di Napoli e vicepresidente nazionale Antonio D'Avino.

La richiesta degli istituti scolastici, spiega D'Avino, "sta mettendo in seria difficoltà i pediatri di famiglia ed è in contrasto con le stesse linee guida nazionali per la lotta alla diffusione del COVID-19. Mentre si cerca di far comprendere alle famiglie l'importanza di non sovraffollare gli studi dei pediatri di famiglia, se non per visite strettamente necessarie, e di procedere invece con consulti telefonici, dalle scuole arriva l'invito opposto". Il medico si chiede inoltre quale sia l'utilità di richiedere un certificato medico, che di norma viene richiesto quando l'alunno si è assentato per più di cinque giorni a causa di una malattia. In questo caso, invece, i bambini non sono andati a scuola per feste scolastiche già fissate a cui si sono assunte le date di chiusura delle strutture indicate da ordinanze regionali.

Nel caso si trattasse, invece, di una misura straordinaria, "è bene che l'Ufficio Scolastico Regionale emani una direttiva in linea con le indicazioni scientifiche nazionali e regionali per il contenimento dell'infezione. Diversamente dobbiamo ritenere che si tratti di inutile psicosi dei dirigenti scolastici o, cosa alla quale non vogliamo neanche pensare, che sia un modo di scaricare la responsabilità sui medici del territorio".

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