Università di Napoli, lauree davanti al pc. La lettera di una madre al rettore: ‘Rinviate le sedute’
Con il decreto annunciato nella serata di ieri dal premier Giuseppe Conte e andato in vigore questa mattina, l'Italia è diventata tutta zona rossa a causa dell'emergenza Coronavirus: il decreto impone nuove restrizioni, ma tra i primi provvedimenti adottati dal governo e dalle singoli regioni, c'è stata la chiusura degli istituti scolastici. Chiuse, dunque, anche le università di tutto il Paese, ma le sedute di laurea non si fermano: i nuovi dottori saranno proclamati nelle loro case, davanti al monitor del loro personal computer. Per questo motivo, una lettrice di Fanpage.it ha deciso di indirizzare una lettera al rettore di un ateneo napoletano in cui studia il figlio, che si laureerà con le modalità di cui sopra tra pochi giorni, il prossimo 23 marzo:
Ill.stre Rettore,
chi Le scrive è una madre che ha fatto tanti sacrifici economici (e non solo) per permettere al proprio figlio di laurearsi, Che aspettava il giorno della proclamazione con ansia ed emozione. Quel giorno è quasi arrivato, 23 marzo. Tuttavia un virus subdolo è entrato nella vita di tutti noi, minacciandola e in alcuni (troppi) casi stroncandola. L'Italia è in ginocchio e le nostre vite sconvolte nella quotidianità ma anche nelle emozioni…quelle pochissime che la vita ci riserva. Ragazzi che hanno faticato, hanno sacrificato 3 (o 5 o 2) anni della propria vita per studiare e ricevere poi la gioia e la soddisfazione della laurea, della proclamazione, di quel clima emozionante che si crea durante la seduta, questi ragazzi oggi devono "gioire" tra le mura domestiche, dinanzi ad un freddo PC che li proclamerà "Dottori". Sposti le sedute di laurea Lei che è il nostro Magnifico Rettore. Non c'è nessuna fretta: purtroppo non c'è un lavoro che li aspetta, né un concorso in scadenza a cui debbono partecipare. Tutto è surrealmente fermo. Glielo chiedo col cuore in mano, facendo leva sui suoi sentimenti di genitore. Genitore non soltanto dei suoi figli biologici ma anche di tutti questi ragazzi che meritano la gioia e l'onore di una proclamazione pubblica. Tutto finirà e tornerà alla normalità, tutto DEVE finire! E dopo potremo ricominciare in maniera positiva proprio attraverso la gioia di questi ragazzi. Affido a Lei le mie speranze e, ignorando le etichette e le formalità, preferisco salutarla stringendole virtualmente la mano