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Cosa sappiamo di Mohamed Khemiri, il presunto “capo jihadista” arrestato a Caserta

Khemiri, tunisino di 41 anni, residente a San Marcellino in provincia di Caserta e in Italia da 11 anni, è stato arrestato con altre 7 persone di varie nazionalità. L’accusa è associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso documentale. Inneggiava alla jihad su Facebook ma è in carcere per un altro reato.
A cura di Gaia Bozza
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"Arrestato terrorista". Oppure, "arrestato capo jihadista": così è apparsa all'opinione pubblica la notizia dell'arresto di Mohamed Kamel Eddine Khemiri. Che, però, è in galera per un'altra questione. Khemiri, tunisino di 41 anni, residente a San Marcellino in provincia di Caserta e in Italia da 11 anni, è stato arrestato con altre 7 persone di varie nazionalità. L'accusa è associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e falso documentale. Nella pratica, cosa facevano queste persone? Secondo i magistrati della Procura di Santa Maria Capua Vetere fornivano documentazione falsa per ottenere il rilascio o il rinnovo di permessi di soggiorno con la complicità di aziende della zona che stipulavano contratti di lavoro falsi; oppure, organizzavano matrimoni di comodo con donne del luogo.

Questo è il centro dell'inchiesta. Khemiri resta indagato dalla Procura Antiterrorismo di Napoli, ma il giudice ha ritenuto che non ci fossero abbastanza elementi e per questo ha respinto due volte la richiesta di arresto avanzata dal pm. Venerdì scorso, a Khemiri è stata notificata la chiusura delle indagini dell'antiterrorismo: l'uomo ha 20 giorni di tempo per decidere se rendere dichiarazioni oppure aspettare un possibile rinvio a giudizio. Per gli altri reati, quelli relativi al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, indaga la Procura di Santa Maria Capua Vetere che è competente per territorio. In base a quanto conosciamo oggi, cosa avrebbero visto gli investigatori napoletani che, tuttavia, non sarebbe bastato ad arrestare il presunto jihadista? In sostanza:  opinioni, sia sui social network che dal vivo.

Questa una delle frasi scritte su Facebook: "Sono isissiano finché avrò vita. E se morirò vi esorto a farne parte". E anche altri post sui social network, così come riportati, sembrano descrivere una progressiva radicalizzazione del soggetto, che in alcune occasioni ha parlato dell'Isis anche con qualcuno di sua conoscenza, elogiandone i delitti. Secondo gli inquirenti era pronto non in concreto, ma "in linea concettuale" a diventare un jihadista. In una delle intercettazioni, si sente Khemiri che canta in auto, con lo sportello aperto, e parla con uomo che si trova con lui; l'uomo chiede a Khemiri il significato di una parola della canzone inneggiante alla vittoria della Palestina, il cantante critica il consiglio di sicurezza dell'Onu descrivendolo come un consiglio corrotto, Khemiri continua a cantare la canzone e poi avviene il dialogo:

Uomo: (ride) lo stato islamico dell'Isis…

Khemiri: -inc- Isis…

Uomo: Isis…Siria, Egitto, e – incomprensibile-

Khemiri: cosa?!

Uomo: i paesi dell'Isis.. (ride) sono tutti dell'Isis…

Khemiri: L'Isis è incredibile (ndt usa un'espressione di meraviglia)

Uomo: cosa?

Khemiri: L ‘Isis è incredibile!

Uomo: -incomprensibile-

Khemiri: ti ho detto l'ISIS è incredibile!

Uomo: eh si questa è la conclusione della storia ..cioè I'Isis… tutti (appartengono) allo stato dell'lsis (ride)

Khemiri: amico sono islamici!

Uomo: hanno dominato la Libia amico!

Khemiri: Bene, bene! Lasciali fare!

Uomo: hanno dominato veramente! Siria, Iraq…

Khemiri: (con tono di sfida, ndt) Sì sì! Così deve essere, così deve essere!

Uomo: paese per paese (ndt. intende che l'Isis sta conquistando paese per paese)

come disse Gheddafi via per via (ndt "via per via" è un tormentone di Gheddafi, il quale lo ripeteva contro i suoi nemici rivoluzionari)

Khemiri: ti dico una cosa, sarà uno stato sulla scia del profeta!

Uomo: (magari) Se Dio vuole…se Dio vuole!

Khemiri: amico mio così si spaventano gli arabi, gli arabi!

Uomo: comprano le armi gli arabi, comprano gli aerei dall'America!

Khemiri: ascoltami. ascolta …gli arabi sono dei vigliacchi hai capito? Odiano una cosa che si chiama Islam hai capito? E arrivata la Nahda, la Nahda un governo islamico. Lo hanno combattuto. L'hanno fatta cadere, hai capito? E' arrivato Morsi, un islamico, l ‘hanno combattuto, a voi allora non piace I'Islam moderato, hai capito? Allora hanno cominciato con gli sgozzamenti! Cosi è, hai capito? E così…non hanno voluto l'Islam moderato, hai capito? La Nahda l'hanno fatta cadere. Poi sono impazziti, hanno detto "ma com'è?! noi abbiamo fatto questo poi ce la ritroviamo nel governo?" Sono impazziti! Hanno detto "ma com'è?"

Questo il tenore delle conversazioni riportate sullo Stato Islamico, e questo anche il tenore delle condivisioni su Facebook. In base a quanto emerso fino a oggi, non sono state trovate circostanze che possano portare all'arresto per l'ipotesi del terrorismo. Scrivere su Facebook ed esprimere le proprie opinioni, per quanto possano essere giudicate orribili e pericolose, non è terrorismo.  Nell'interrogatorio di garanzia, ieri nel carcere di San Tammaro (Caserta), Khemiri ha detto al giudice di Santa Maria Capua Vetere di essersi "allontanato dalle logiche dei terroristi nel momento in cui l’Isis ha iniziato a colpire innocenti. Fino a quando il conflitto si è svolto nei confini della Siria per sconfiggere la dittatura di Assad, non escludo che io abbia patteggiato per il gruppo anti-Assad dell’Isis". Parla, dunque, di una vicinanza "politica" contro il governo del dittatore Bashar al-Assad, poi la dissociazione dall’autoproclamato Stato Islamico: questa è la sua linea difensiva. Parallelamente, è stato sequestrato un quaderno nel quale forse l'uomo annotava i nomi delle persone alle quali procurare i permessi di soggiorno con documenti falsi: il quaderno è finito nelle mani dell'Antiterrorismo. Quello che gli inquirenti stanno cercando di appurare è se, tra i contatti, vi fosse anche qualche terrorista o persona vicina a cellule jihadiste.

L'accusa consistente nell'aver avviato la creazione di una cellula transnazionale che appoggiasse l'Isis non appariva al giudice del Tribunale di Napoli corroborata da elementi oggettivi ed è per questo che ha rigettato la richiesta per due volte, anche se le indagini della Dda di Napoli restano in piedi e in più occasioni gli inquirenti hanno parlato di una sorta di "vademecum del terrorista solitario" di cui Khemiri avrebbe parlato al telefono. Per il momento, le indagini condotte dai Carabinieri e coordinate dai magistrati di Santa Maria Capua Vetere, hanno evidenziato l'attività di falsificazione di documenti per far ottenere o rinnovare i permessi di soggiorno agli immigrati, che in provincia di Caserta svolgono spesso attività – per lo più sfruttati e a nero – nei campi e in edilizia e dunque finiscono per accettare condizioni non legali per ottenere i permessi.

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