Cosa vedere a Ravello: la città dalla bellezza ribelle della Costiera Amalfitana
Ispirò Boccaccio che vi dedicò una novella del suo "Decameron", in passato fu rifugio dei coloni che fuggivano dalle invasioni barbariche e nel IX secolo vi si stabilirono famiglie nobiliari di Amalfi. E' stata, e lo è tuttora, meta di artisti e intellettuali: tra questi, Greta Garbo, D.H.Lawrence, Richard Wagner, Winston Churchill, Virginia Woolf. Parliamo di Ravello, la perla della Costiera Amalfitana, detta anche la "città della musica", perché qui ogni anno si svolge il famoso Festival di Ravello, dedicato alla musica e alla danza. E non è un caso che questo luogo adagiato su uno sperone roccioso dei monti Lattari sia stato da sempre amato dagli artisti e quindi per natura un po' controcorrente. Andando a rintracciare le origini del nome "Ravello", si scopre che la città apparteneva in passato ad Amalfi, e quando gli amalfitani si ribellarono ai normanni, Ravello volle rimanere fedele a questi ultimi e per tale motivo gli amalfitani chiamarono quel luogo Rebello da cui Ravello. E fedele Ravello è rimasta nel tempo al suo nome, confermandosi un luogo rivoluzionario per arte, bellezza e natura. Ecco cosa vedere assolutamente a Ravello in un giorno. Se hai altri suggerimenti, segnalaceli.
Duomo
Indirizzo: Piazza Duomo
Contatti: tel: 089 858311
Il cuore spirituale di Ravello. Il Duomo fu costruito nel XI secolo con il supporto della famiglia Rufolo, con una combinazione di stile Barocco e Romanesco. Tra le attrazioni della chiesa, vi è sicuramente la porta di bronzo, che fu costruita nel 1179 da Barisano da Trani. La porta è di interesse speciale perché in Italia sono poco più di due dozzine le porte di chiesa in bronzo ancora esistenti. In più, all'interno si trova anche la Cappella di San Pantaleone il Guaritore, un medico del III, al cui interno c'è una piccola ampolla del sangue del santo, che si dice si liquefaccia ogni anno il 27 di Luglio.
Villa Cimbrone
Indirizzo: Via Santa Chiara 26, Ravello
Contatti: tel: 089 857459- sito ufficiale
Il paradiso in terra. Villa Cimbrone è un posto unico: si trattava di un ampio possedimento terriero della nobile famiglia Acconciagioco, su cui sorgeva un rustico vasto casale. Nel 1904 ne divenne proprietario il lord inglese William Beckett che, aiutato dal sarto ravellese Nicola Mansi, seppe edificare una costruzione di incredibile bellezza, che permane ancora oggi, grazie al lussureggiante giardino della villa, in cui sono disseminate statue, tempietti, epigrafi, fontane, grotte naturali ed anfratti creati ad arte, culminando nello scenografico belvedere dell’Infinito, da cui la vista spazia ed amplia a cogliere il panorama che lo scrittore Gore Vidal ha definito “il più bello del mondo”.
Villa Rufolo
Indirizzo: Piazza Duomo, Ravello
Contatti: tel: 089 857621- sito ufficiale
Orari: Tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00
La Villa simbolo di Ravello, la villa per eccellenza, unica nel suo genere. Parliamo di Villa Rufolo, appartenente in origine alla potente e ricca famiglia dei Rufolo che eccelleva nei commerci e che passò in seguito, per successione, ad altri proprietari quali i Confalone, i Muscettola ed i d'Afflitto.Intorno alla metà dell'Ottocento fu venduta allo scozzese Francis Neville Reid che ne curò un restauro generale, attribuendole l'odierna ambientazione. Non c'è particolare che non sia degno di nota all'interno della villa ma quello che senza dubbio salta all'occhio il giardino di Villa Rufolo, conosciuto anche con il nome di Giardino dell’Anima, che si sviluppa su due livelli da cui si gode di una vista mozzafiato.
Auditorium Oscar Niemeyer
Indirizzo: Via della Repubblica 12, Ravello
Contatti: 089 858360
Coniugare natura e architettura, un'impresa non facile, ma che ai grandi architetti come lo è Oscar Niemeyer può riuscire. La dimostrazione è l'Auditorium Oscar Niemeyer che, dall'alto dei suoi 365 metri, gode di un panorama unico della Città della Musica. All'edificio si accede da una piazza oblunga che consente di godere, al tempo stesso, dello strepitoso panorama e dell'Auditorium. Nella sala, il posto per il pubblico sfrutta il declivio naturale del terreno, mentre il posto per l'orchestra e il foyer sono arditamente aggettanti nel vuoto, proprio come lo scenografico palco di Villa Rufolo, ma senza sostegni. La perfezione è assicurata dall'edificio concavo, come la perfetta cassa armonica di un mandolino, ed il paesaggio continua ad essere godibile attraverso l'ampia vetrata di accesso e dall'oblò dietro l'orchestra.