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Cosentino trasferito in carcere fuori regione, indagato un agente penitenziario

L’ex esponente del Pdl è stato trasferito dal carcere di Secondigliano. Il provvedimento è scattato dopo la perquisizione della cella dell’ex politico, recluso dall’aprile 2014, nell’ambito di una inchiesta che vede indagato un agente penitenziario. Nella cella dell’ex coordinatore del Pdl è stato trovato un IPod, oggetto che non gli era consentito avere.
A cura di Angela Marino
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Perquisizioni in cella per l'ex coordinatore regionale del Pdl in Campania Nicola Cosentino, recluso nel carcere di Secondigliano dall'aprile 2014 per diverse ipotesi di reato collegate all'attività del clan dei Casalesi. L'ordine è partito dal pubblico ministero Fabrizio Vanorio e del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Il controllo, scattato nel fine settimana per accertare presunti legami tra l'ex sottosegretario all'economia ed un agente penitenziario indagato,  ha portato al ritrovamento di un oggetto che non era consentito avere in cella: un IPod. Sebbene nell'ambito di questa inchiesta Cosentino non risulti indagato, per l'ex politico è scattato il trasferimento fuori regione. Il provvedimento è stato disposto ieri mentre era in corso l'udienza del processo per concorso esterno in associazione camorristica, uno dei diversi capi d'accusa di cui l'ex esponente del Pdl dovrà rispondere. La seduta ha visto la testimonianza di Giuseppe Valente, ex presidente del consorzio dei rifiuti Caserta 4 (Ce4), che da diversi mesi ha iniziato a collaborare con l'autorità giudiziaria.

I processi e le accuse

Il primo aprile avrà invece inizio il processo ce vede Cosentino imputato per il progetto di edificazione di un centro commerciale a Casal di Principe. Il 9 invece l'ex sottosegretario all'Economia dovrà difendersi nel processo per presunta coercizione nei confronti di un imprenditore che avrebbe voluto aprire un impianto di  distribuzione carburante nei pressi di un distributore di proprietà della famiglia Cosentino. Nell'ambito della inchiesta per concorrenza illecita relativa al monopolio detenuto, secondo le ipotesi accusatorie, con la forza dalle società di proprietà dei fratelli Cosentino è stato operato un maxi-sequestro che ha visto apporre i sigilli a ben 142 impianti sul territorio nazionale.

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