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Cristina, morta schiacciata da un pino: condannata solo l’agronoma del Comune

Cinzia Piccioni, l’agronoma del Comune di Napoli che aveva effettuato un sopralluogo due mesi prima della tragedia, è stata condannata a un anno e quattro mesi, pena sospesa, con l’accusa di omicidio colposo. Assolti l’agente della polizia municipale Marino Reccia e il vigile del fuoco Tiziano Fucci.
A cura di Enrico Tata
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Una condanna e due assoluzioni. Si chiude così il processo per la morte di Cristina Alongi, schiacciata da un pino il 10 giugno 2013 in via Aniello Falcone, Napoli. A pagare è Cinzia Piccioni, che aveva effettuato un sopralluogo due mesi prima della tragedia e che il giudice Nicola Miraglia ha condannato a un anno e quattro mesi, pena sospesa, con l'accusa di omicidio colposo. L'agronoma del comune di Napoli è stata invece assolta dal reato di disastro colposo. Sono stati assolti da ogni accusa l'agente della polizia municipale Marino Reccia e il vigile del fuoco Tiziano Fucci.

Reccia era di turno in sala operativa il 27 maggio 2013, quando i vigili del fuoco chiamarono per inoltrare la segnalazione del titolare di un bar in via Falcone che aveva notato "un accenno di frattura" in un albero. Ad effettuare la chiamata fu proprio Tiziano Fucci. Nessuno intervenne. I due imputati, difesi dagli avvocati Giuseppe Landolfo e Carmen Stizzo, sono stati assolti per non aver commesso il fatto in relazione all'accusa di omicidio colposo e perché il fatto non sussiste in relazione all'ipotesi di disastro colposo. I familiari di Cristina, assistiti dagli avvocati Eugenio Baffi e Maurizio Sica, e i pm avevano chiesto invece la condanna per tutti e tre gli imputati. Cinzia Piccioni, che ha sempre respinto ogni accusa, con ogni probabilità preparerà il ricorso in appello.

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