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Covid 19

Curare il Coronavirus: l’ospedale Pascale sperimenta il farmaco giapponese Avigan

Al via la sperimentazione del farmaco Avigan, un antivirale giapponese già in arrivo in Campania. Dopo il Tocilizumab, l’istituto Pascale di Napoli proverà il farmaco giapponese, usato anche come anti influenzale, per scoprire se possa essere utilizzato anche per curare il coronavirus, in attesa di un vaccino.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un altro farmaco in sperimentazione contro il coronavirus: dopo il Tocilizumab, l'istituto Pascale di Napoli inizia la sperimentazione dell'Avigan, un farmaco giapponese antivirale la cui efficacia contro la Covid 19. Farmaco che arriverà nei prossimi giorni nel nosocomio napoletano, dove inizierà la sperimentazione assieme ai ricercatori cinesi che hanno anche annunciato l'invio di ulteriori mascherine, tute protettive e altro materiale sanitario.

La stessa Ambasciata Italiana in Cina ha scritto una lettera al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che a sua volta aveva "aperto" ad una collaborazione scientifica con la Cina. E così è arrivata la proposta di Wang Guiqiang, presidente della Società Cinese per le Malattie Infettive, che ha pensato di sperimentare l'Avigan, usato come antivirale ed anti influenzale. Del resto, i tempi per un vaccino contro il coronavirus sono ancora lunghi, e dunque "è necessario in questo momento riunire tutte le forze per trovare una cura per questa terribile malattia", ha spiegato Gerardo Botti, direttore scientifico dell'Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Napoli. Anche Attilio Bianchi, direttore generale del Pascale, ha spiegato che "raccogliamo con piacere l'invito degli amici cinesi, a conferma della proiezione internazionale del livello di ricerca all'interno del nostro Istituto. Voglio ringraziare il governatore De Luca", ha aggiunto ancora Bianchi, "che ha attivamente favorito i collegamenti, i nostri ricercatori, e il personale tutto, che con abnegazione e passione, ci consente di assicurare la assistenza piu' adeguata al paziente oncologico ai tempi del corona virus".

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