Da Napoli alla Calabria, i negozi non vendono più gli elettrodomestici Whirlpool
Era partito tutto da Mendocino, piccolo paesino in provincia di Cosenza, dove un esercizio commerciale aveva deciso di non mettere più in vendita gli elettrodomestici della Whirlpool a sostegno dei 420 lavoratori dello stabilimento di Napoli, che il prossimo 31 ottobre, salvo miracoli e colpi di scena, chiuderà i battenti. Da Cosenza, la protesta è arrivata anche a Napoli, precisamente a Ponticelli, quartiere della periferia orientale del capoluogo campano, dove sorge proprio la fabbrica che, tra qualche giorno, cesserà definitivamente la produzione. L'esercizio commerciale, un negozio di arredamenti, ha apposto all'esterno del locale uno striscione sul quale si legge: "Cirella arredamenti non vende più elettrodomestici Whirlpool".
Lo stesso aveva fatto, come detto, qualche giorno fa, un negozio di arredamenti di Mendocino, provincia di Cosenza, in Calabria, il primo esercizio commerciale in Italia a mettere in scena questa forma di protesta e schierarsi al fianco dei 420 lavoratori napoletani che, tra qualche giorno, si ritroveranno definitivamente senza lavoro. "Se la Whirpool non ha a cuore il destino di 400 nostri connazionali perché noi dovremmo avere a cuore l'azienda? Siamo liberi di proporre ai nostri clienti tanti elettrodomestici e in questo momento non riteniamo opportuno suggerire un'azienda che vuole delocalizzare la produzione mandando a casa 400 persone" avevano spiegato i titolari dell'esercizio commerciale calabrese. Intanto, non si placa nemmeno la protesta dei diretti interessati, i lavoratori Whirlpool di Napoli Est, che da mesi ormai, e soprattutto nelle ultime settimane, stanno scendendo in piazza per chiedere agli enti competenti di trovare una soluzione.