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Dall’ex bunker del clan Gionta sfrattato anche lo zio di Ciro Immobile

C’è anche lo zio di Ciro Immobile tra le famiglie sfrattate da Palazzo Fiengo, dove si trovava il bunker del clan Gionta. Ma Pasquale Immobile si difende: “Non sono un camorrista. Mi hanno trattato come se fossi un delinquente, ho la sensazione di aver perso la mia dignità.
A cura di Valerio Renzi
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"Io non sono un camorrista, sono una persona perbene. Mi hanno trattato come se fossi un delinquente, ho la sensazione di aver perso la mia dignità", così Pasquale Immobile 52 anni, zio del calciatore Ciro Immobile. Pasquale si è trovato tra le persone sfrattate dalla loro casa a Palazzo Fienga in via Castello, nello stesso complesso che ospitava il bunker del clan Gionta. Lo sfratto è stato eseguito dalle forze dell'ordine dopo due provvedimenti arrivati direttamente dalla Dda e dalla Procura di Torre Annunziata.

"Non mi importa delle cose materiali- si sfoga con il Mattino– quello che mi dispiace è di essere accomunato al clan Gionta. Io non abitavo nella loro roccaforte, ma dal lato opposto: hanno sequestrato la mia abitazione solo perché un balcone affaccia nel cortile controllato dalla cosca". Poi il racconto : "Sono in cassa integrazione da anni, lavoravo all'Avis di Castellammare e aspetto da anni una nuova opportunità. Da giovane giocavo a calcio, come mio nipote, poi ho dovuto smettere per problemi di salute. Non ho ancora avuto modo di telefonare a Ciro per raccontargli della mia disavventura, sono venuti a trovarmi i suoi genitori".

 
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