Dall’Irpinia alla guerra in Donbass: anche un operaio avellinese 33enne tra gli arrestati

C'è anche un avellinese tra i sei arrestati dai Carabinieri del ROS nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Procura di Genova sul reclutamento di combattenti da impiegare nella guerra in Ucraina. Antonio Cataldo, operaio avellinese di trentatré anni, è una vecchia "conoscenza" tra i mercenari internazionali. Come si legge infatti nella nota diffusa dagli stessi carabinieri del ROS, Cataldo era stato "già arrestato in Libia nell'estate 2011 dalle forze di sicurezza dell'allora regime, unitamente a due connazionali che lavoravano come contractors".
Stavolta per lui l'accusa è quella di "aver preso parte ai combattimenti nel Donbass dietro corrispettivo di denaro e di aver reclutato mercenari". Il Donbass è la regione più orientale dell'Ucraina, corrispondente al bacino del fiume Donec, che dal marzo 2014 ha proclamato la propria indipendenza, non riconosciuta dal governo centrale, dall'Ucraina. La guerra, scoppiata poi tra il regolare esercito ucraino ed i filo-russi, quest'ultimi ritenuti essere filo-Putin, ha visto affluire mercenari da ogni parte del mondo.
Proprio a fianco dei filo-russi avrebbe dunque combattuto Antonio Cataldo, reclutando anche altri mercenari. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato pagato dai 500 ai tremila euro al giorno per reclutare ed addestrare nuovi soldati. Lo stesso Cataldo si sarebbe già addestrato, giovanissimo, proprio in Russia, ed a ventisette anni fu arrestato dalle forze libiche come mercenario e reclutatore delle forze anti-Gheddafi. Fu liberato proprio durante un blitz dei miliziani mentre era nelle carceri libiche, ma tutto questo non gli ha impedito di imbracciare le armi appena possibile. L'occasione è arrivata nel 2014, con la guerra nel Donbass. Saltuariamente, Cataldo sarebbe tornato poi in Italia per reclutare nuovi mercenari, sia in Campania sia nel resto d'Italia, sfruttando anche il web.