“Davide Bifolco morto, ha osato contrastare la nostra forza”: manifesto-choc a Napoli
«Quella sera Bifolco Davide, come altri in precedenza, è morto perché ha osato contrastare la nostra forza, il nostro ordine». Parole che definire dure e scioccanti è un eufemismo, messe nero su bianco, stampate e addirittura affisse (abusivamente) lungo le strade del centro storico di Napoli, lì dove la morte di Davide Bifolco, il giovane ucciso da un colpo sparato da un carabiniere al Rione Traiano nel quartiere Soccavo, è stata oggetto di mobilitazioni e assemblee.
Il manifesto – ma è arrivata una doppia smentita in tal senso, da Napoli e da Roma – è firmato Sap, Sindacato Autonomo di Polizia. L'occasione è il processo, che inizierà a breve, a carico del carabiniere che fece partire il colpo letale per il giovanissimo centauro di Soccavo. «In occasione dell'inizio del processo per la morte di Davide Bifolco – si legge nel documento a questo punto falsamente attribuito al Sap – vogliamo portare chiarezza in una situazione che ci sta stretta. Nel caso della morte del giovane, come quello di Giuseppe Uva, Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi e tutti gli altri che possiamo ricordare, abbiamo lasciato la parola agli avvocati ai mezzi di informazione e a tutti quelli che hanno cercato di addolcire la realtà. Ora basta! Vogliamo – si legge ancora nel manifesto del Sindacato Autonomo di Polizia – fare udire la nostra voce, la voce delle forze dell'ordie. Ci siamo stancati cdi avallare teorie che parlano di colpi partiti accidentalmente e altre menzoglie simili».
Il passaggio più pesante è quello che riguarda le morti cui si fa riferimento, da Giuliani ucciso durante il massacro del 2001 al G8 di Genova a Aldrovandi, per la cui morte sono stati condannati agenti di polizia. Secondo il manifesto sono «morti che sicureamente potevano essere evitate ma per le quali – si legge – non verseremo nessuna lacrima». «Lo Stato ci arma – è scritto ancora nel manifesto, composto tutto in stampatello -. La maggior parte dei cittadini ci sostiene e noi usiamo queste armi in loro nome e in loro difesa. Ci siamo stancati di sentire parlare di morti dovute alla nostra imperizia a usare le armi o alla nosta sconsideratezza; siamo addestrati per questo e la nostra professionalità non può e non deve essre messa in discussione in nesun caso».
Il Sap Napoli: "Non è nostro manifesto"
Contattato da Napoli Fanpage.it, Vincenzo Della Vecchia, segretario provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia afferma: «Non è un nostro manifesto nella maniera più assoluta. Manca il nostro logo, mancano i riferimenti del Sap e non è nostra abitudine commentare vicende che riguardano persone defunte e inchieste».
Anche il Sap Nazionale smentisce ogni coinvolgimento e annuncia denunce.
«Smentiamo qualsiasi coinvolgimento nella vicenda manifesto Napoli – si legge in un tweet – e presenteremo esposto in procura contro chi diffama il nostro sindacato».
"Smentiamo nella maniera più categoria e assoluta di essere gli autori del delirante volantino relativo alla vicenda del giovane Davide Bifolco – scrive in una nota Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato autonomo di polizia -. Si tratta di una porcata ai danni del Sap".