De Luca: “Contro il Coronavirus in Campania ce la stiamo facendo. Poteva essere una ecatombe”
"Ce la stiamo facendo, siamo vicini alla fine dell'emergenza" Il video messaggio del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca all'emittente salernitana Lira Tv ribadisce in parte quanto dichiarato venerdì scorso durante la consueta diretta video Facebook per fare il punto sull'emergenza Coronavirus in Campania. Ma aggiunge un altro punto, una sorta di ‘apertura' alle tante attività commerciali che chiedono di poter rialzare le serrande, in particolare per l'asporto e la consegna a domicilio di pizze , panini e quant'altro, vietata in Campania con apposita ordinanza ma non nel resto del Paese. "Cercheremo di aprire quello che si può aprire, siamo i più interessati a far riaprire le attività economiche e a garantire tutti". Usa toni quasi ieratici, il presidente della Regione Campania: "Se Dio vuole – afferma – ce la stiamo facendo. E avremo salvato Campania e Napoli. Poteva essere una ecatombe.
Continua De Luca: "il mio pensiero alle famiglie delle persone che hanno perduto la vita, saremo vicini anche a voi". E fa presagire anche aiuti di qualche tipo ai parenti delle vittime di Covid-19 in Campania. "Soprattutto penso alle persone anziane, alle realtà che le ospitano. Vogliamo evitare di vedere qui le immagini terribili che abbiamo visto purtroppo in altre regioni d'Italia". Il riferimento è alle decine di morti nelle Rsa, le residenze assistenziali e le case di riposo per anziani dove si sono contate tante vittime al Nord, in Lombardia soprattutto. Stamane in una intervista al Corriere della Sera aveva ribadito la sua linea intransigente (che tuttavia rischierebbe di creare un conflitto istituzionale col governo): "No al rompete le righe o fermo treni e metto in quarantena". Al giornale di via Solferino il governatore campano ha spiegato:
La mia convinzione è che questo sia l’unico campo nel quale non si possa sbagliare. Non possiamo dire ‘partiamo, vediamo e poi magari correggiamo per strada'. Se prendessimo decisioni che dopo due settimane alimentano un contagio generalizzato sarebbe una tragedia, dovremmo chiudere di nuovo tutto. Ma, dopo un mese e mezzo di quarantena, un’altra stagione come questa il Paese non la reggerebbe. Dunque non possiamo sbagliare. Il vizio delle banalizzazioni caricaturali e l’abitudine di parlare senza sapere, è dura a morire. Salverò i miei polmoni dal virus – a Dio piacendo – ma non il mio fegato dagli imbecilli. Partiamo dai fatti. Noi abbiamo una situazione di questo tipo: nel Sud nel complesso si è contenuto il contagio; in alcune regioni del Nord ancora oggi si registrano da 400 a 1.000 contagi in più. È evidente, allora, che non si può dire che il problema è alle nostre spalle nonostante alcune tendenze positive.