C'era un che di nobile, di dolce, di affettuoso, nelle risposte dei napoletani alla disponibilità chiesta dal Comune a ospitare eventualmente immigrati ‘a casa nostra'. Così dolce che quelle parole divennero un video di Fanpage.it, "Le lettere dei napoletani ai migranti in difficoltà". Quello spirito di apertura, tolleranza, di giustizia sociale, è diventato oggi una barzelletta. Nel giorno in cui, a Lampedusa, una donna di trent'anni, Carola Rakete, capitano della Sea Watch 3, salva 42 migranti sfidando il decreto Salvini e finendo sotto arresto, Luigi de Magistris, sindaco di una città alla deriva, raduna poco meno di una ventina di barchette per un ‘corteo a mare' che francamente, proprio oggi appare inopportuno. Il sindaco ormai già da un po' non vuole fare più il sindaco, questo è chiaro: il proscenio napoletano lo deprime, le sue ambizioni (e il suo ego, sostengono i più cattivi, anche tra i suoi alleati) è più grande di Palazzo San Giacomo.
Dunque quale modo migliore per sfondare sui giornali polarizzando la discussione e trascinando Napoli tutta, in una modalità di mobilitazione che riguarda solo il sindaco e gli scafessi che lo consigliano? La questione di Napoli non amministrata la mettiamo per un momento da parte: se un sindaco, in quanto uomo politico, decide di schierarsi per una questione di diritti umani può farlo, è giusto. Ma non si deve trasformare in propaganda per le Elezioni Regionali 2020. Questa pagliacciata marittima non aveva proprio senso.