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De Magistris trova un lavoro al fratello di Davide Bifolco

Il Comune spinge per inserire uno dei fratelli del ragazzo ucciso da un carabiniere al Rione Traiano in un percorso lavorativo. Ma tra le comunità cui Palazzo San Giacomo ha chiesto supporto c’è malcontento: perché lui si e altri no?
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Il Comune di Napoli vuole assegnare uno stand nei mercatini natalizi che nelle prossime settimane saranno aperti in vari punti della città ad uno dei fratelli di Davide Bifolco, il giovane ucciso con un colpo di pistola da un carabiniere al termine di un inseguimento nel Rione Traiano lo scorso 5 settembre. E’ quanto si evince da una e-mail che sta girando tra qualche giorno tra i rappresentanti delle associazioni e dei gruppi cattolici partenopei, proveniente dall’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Napoli: “Cari amici – è scritto nella comunicazione –  il Comune di Napoli vuole aiutare il fratello del ragazzo ucciso al rione Traiano all'inizio di settembre. Vogliono aiutarlo per farlo lavorare e, nello stesso tempo, per iniziare un percorso di legalità. Per il mese di dicembre gli concederanno uno spazio in un mercatino natalizio del centro storico. Poichè non ha la licenza di ambulante può vendere solo oggettistica. Mi hanno telefonato dal Comune di Napoli chiedendomi di aiutarlo a procurare tali oggetti. Se qualcuno ha oggetti da dare, se sapete se c'è qualcuno che vuole svuotare solai o cantine, se sapete di fabbriche che potrebbero regalare oggetti usciti fuori produzione o con piccoli difetti, se ci sono parrocchie che vogliono raccogliere oggetti o se avete altre proposte e idee, fatemelo sapere”.

La famiglia di Davide Bifolco al rione Traiano

Il diciassettenne Davide Bifolco aveva due fratelli. Tommaso, agli arresti domiciliari perché nel giugno del 2013 era stato accusato di aver fatto parte di una banda dedita a furti di appartamento in tutta la Campania; Alberto, invischiato nella stessa vicenda e sottoposto ad un provvedimento di dimora notturna. Probabilmente è quest’ultimo il destinatario della mano tesa dal Comune di Napoli, che si impegna a garantirgli un “percorso di legalità” superando con una giravolta, però, leggi e regolamenti. Il Comune stesso, infatti, procede all’assegnazione dei posteggi nei mercatini natalizi attraverso bandi, che prevedono la presentazione di una richiesta e la successiva compilazione di una graduatoria di merito. Nel caso di Bifolco, dunque, la volontà dell’amministrazione (o degli uffici comunali) è forse quella di fargli bypassare favorendo una una assegnazione diretta? Poi c’è un altro problema non di poco conto: il giovane non ha la licenza, dunque potrebbe vendere solo oggettistica, secondo quanto sta circolando in queste ore nel mondo del terzo settore napoletano. In realtà, non è affatto così. Gli stessi bandi emessi dal Comune di Napoli chiariscono che nei mercatini natalizi possono operare esclusivamente venditori in possesso di licenza da ambulante; imprenditori agricoli che vendano i prodotti da loro coltivati; operatori “che espongono e mettono in vendita oggetti di propria creazione intesi come opere del proprio ingegno di carattere creativo”; associazioni. Dunque, se il fratelli di Davide Bifolco producesse da solo in casa delle candele artistiche oppure dei lavori di decoupage avrebbe tutto il diritto di venderli, in maniera sporadica e non continuativa, senza rilasciare scontrino fiscale in una pubblica piazza. Invece, l’idea è di fargli vendere una non meglio precisata “oggettistica” fornitagli da terzi.

È di certo nobile l’intenzione del Comune di favorire un percorso di reinserimento sociale di un giovane che forse ha avuto poche opportunità dalla vita, ma è giusto chiedersi perché prediligere un intervento “spot” piuttosto che qualcosa di più stabile, visto che i mercatini saranno aperti solo per qualche settimana tra dicembre e gennaio? Se questo è un nuovo, discutibile, modo di gestire le politiche sociali a Napoli sarebbe giusto dirlo chiaramente. E se è così, perché prediligere, smuovendo Curia di Napoli e terzo settore, solo un disoccupato con problemi con la giustizia e non dare la stessa opportunità a tutte le migliaia di disoccupati che vivono a Napoli?

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