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Delusione M5S: non è il primo partito, superato e cannibalizzato dalle liste DeMa

Il M5S disastroso rispetto alle Elezioni Regionali di appena un anno fa. La coalizione De Magistris ha cannibalizzato il voto grillino e al povero Matteo Brambilla sono rimaste solo le briciole. Colpa sua? Sì. Ma anche della gestione di Roberto Fico e Luigi Di Maio.
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«Resta un odore come merda secca, lungo le siepi cariche di sole». Consentite al cronista la citazione di una bella poesia di Sandro Penna per compensare i mesi di «onestà andrà di moda» anche a Napoli. Vogliamo parlarne? Chi si aspettava un boom del Movimento 5 Stelle al Comune di Napoli è rimasto profondamente deluso. Il M5s alle Elezioni Regionali del 2015, cioè appena un anno fa, nella città di Napoli incassava il 24,85% con 70mila preferenze. Oggi, stessa spiaggia, stesso mare, Matteo Brambilla non arriva al 10 (9,7% circa). Un disastro che si spiega sommando la serie di scelte, in primis quella di candidare un ingegnere lombardo, persona tostissima e degna, ma assolutamente alieno alla realtà partenopea delle elezioni. I grillini avrebbero dovuto calamitare il voto di protesta intorno a Luigi De Magistris, è successo il contrario: il sindaco uscente li ha cannibalizzati e ridotti al lumicino. Entreranno in Consiglio comunale ma il sapore è quello della sconfitta. Masticano amaro i grillini: potevano giocarselo, il ballottaggio, han preferito perdere in partenza.

E qui entriamo nel novero delle scelte: Roberto Fico è tra i colonnelli del direttorio M5S che ha gestito il caso-Napoli, Luigi Di Maio se n'è tenuto sostanzialmente alla larga, rispettando una sorta di patto non scritto fra i due campani (a Fico Napoli città, a Di Maio la provincia). Campagna morbidissima nei confronti del primo cittadino uscente, un accenno di attacco solo alla fine, l'elettorato grillino non si è sentito coinvolto. Nemmeno Beppe Grillo si è sentito coinvolto: la pattuglia partenopea non è riuscita quasi mai a trascinarlo in una scorribanda elettorale all'ombra del Vesuvio. Forse nemmeno Grillo – che di De Magistris in tempi lontani fu primo sponsor e caro amico, prima di un furioso litigio e del tradimento dell'ex pm – ci credeva.

«Qualcuno nei prossimi mesi si accorgerà delle differenze vere tra il M5S e il signor Luigi de Magistris» dice Brambilla. «Noi saremo intransigenti con tutti, maggioranza e opposizione – ha aggiunto – perché faremo solo il bene della città di Napoli. Non daremo indicazioni di voto al ballottaggio». Insomma parla da consigliere comunale che al secondo turno si è turato il naso e ha votato ‘Giggino'. Se non è una anomalia questa.

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