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Denunciò il pizzo: “Lasciato solo”. Ma de Magistris attacca: “Critiche ingiuste”

Il sindaco di Napoli si esprime in merito alla vicenda di Salvatore Castelluccio, il parrucchiere del centro storico che nel 2015 denunciò il racket e che ha deciso di lasciare la città dopo essere stato lasciato solo dalle istituzioni. “Critiche ingiuste, le cose non stanno così” ha detto il primo cittadino partenopeo.
A cura di Valerio Papadia
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Il giorno dopo la decisione di Salvatore Castelluccio, il parrucchiere 46enne che nel 2015 denunciò i clan che gli chiedevano il pizzo e che ieri ha annunciato di essere stato lasciato solo da clienti e istituzioni e di essere costretto ad abbandonare Napoli, il sindaco Luigi de Magistris ha replicato alle accuse del parrucchiere, che nella sua invettiva aveva dichiarato di essere stato strumentalizzato dalle istituzioni cittadine a scopi politici. "Il parrucchiere avrà sempre la mia vicinanza, anche quando esprime critiche che sono immotivate e ingiuste, almeno nei confronti del Comune di Napoli" ha detto il sindaco.

Il primo cittadino di Napoli ha poi riferito anche di aver proposto a Castelluccio diverse soluzioni: "La vicinanza che gli abbiamo dato, per quello che può fare il Comune è stata forte. Solo io sono stato tre volte in quell'esercizio commerciale, tante persone del Comune e anche amici sono andati a tagliarsi i capelli da lui, l'assessore Alessandra Clemente l'ha seguito più volte anche con i suoi collaboratori e ci abbiamo lavorato anche con Ciro Corona e Resistenza Anticamorra. Gli abbiamo addirittura dato delle soluzioni, delle cose che il Comune avrebbe voluto fare. La storia è un po' diversa da quella che appare ma io mi fermo qua, perché comunque apprezzo chi denuncia gli estorsori".

La storia di Salvatore Castelluccio: dalla denuncia alla scorta

Era l'estate del 2015 quando Salvatore Castelluccio, mentre fumava all'esterno del suo salone da parrucchiere, Pianeta Donna – in largo Ecce Homo, nel centro antico di Napoli – fu avvicinato da cinque persone, tra cui il boss del quartiere, che gli chiesero duemila euro da racimolare in poco tempo. Il giorno dopo il parrucchiere denunciò l'accaduto alla Questura di Napoli e da allora vive sotto scorta. Il clan, però, gli ha fatto terra bruciata intorno, vietando alla gente del quartiere di recarsi nel suo esercizio commerciale.

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