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Detenuto tenta il suicidio nel Tribunale di Aversa

Un detenuto napoletano ha tentato il suicidio ad Aversa, nella camera di sicurezza del Tribunale Napoli Nord, mentre era in attesa dell’udienza a suo carico che lo vede imputato per maltrattamenti in famiglia. Il 50enne, che ha tentato di impiccarsi coi lacci delle scarpe, è stato salvato dalla Polizia Penitenziaria e trasportato in ospedale, non è in pericolo di vita.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Un detenuto di 50 anni, sottoposto a misura cautelare per maltrattamenti in famiglia, ha tentato di uccidersi nel Tribunale di Aversa, dove si trovava in attesa dell'udienza a suo carico. L'uomo è stato salvato dal tempestivo intervento della Polizia Penitenziaria ed è stato trasportato all'ospedale civile di Aversa, dove i sanitari hanno provveduto alle prime cure e hanno escluso il pericolo di vita.

Il tentato suicidio è avvenuto nella mattinata di oggi, 8 luglio. Il cinquantenne, napoletano e detenuto nel carcere di Poggioreale, era stato trasferito nella sede di Aversa del Tribunale Napoli Nord per il processo. Si trovava nelle camere di sicurezza quando si è sfilato i lacci delle scarpe e ha tentato di impiccarsi. "Ancora qualche attimo e l'insano gesto avrebbe avuto drammatiche conseguenze – dice Emilio Fattorello, segretario nazionale della Campania per il SAPPE – ancora una volta l'intervento dei colleghi ha impedito che si compisse un altro dramma dietro le sbarre, nonostante mille difficoltà quotidiane la Polizia Penitenziaria, sempre vigile ed attenta, salva un'altra vita".

"Negli ultimi 20 anni la Polizia Penitenziaria ha sventato oltre 21mila suicidi e quasi 170mila atti di auto lesionismo – aggiunge Donato Capece, segretario generale dello stesso sindacato – l'ennesimo tentato suicidio dimostra come i problemi sociali e umano permangano nei penitenziari". Inoltre, Capece denuncia "le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti dei penitenziari: agenti che sono sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti spessissimo inidonei a circolare per le strade del Paese, fermi nelle officine perché non ci sono soldi per ripararli o con centinaia di migliaia di chilometri già percorsi".

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