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Diele dal carcere: “Sono dipendente dall’eroina, ma non c’entra con l’incidente”

Dal carcere dove è detenuto in attesa dell’udienza di convalida per l’omicidio stradale, l’attore Domenico Diele ammette la sua tossicodipendenza dall’eroina durante un colloquio con il consigliere dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, ma ribadisce che l’uso di sostanze stupefacenti non ha nulla a che fare con l’incidente in cui ha perso la vita la 48enne Ilaria Dilillo.
A cura di Valerio Renzi
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Dal carcere dove si trova in attesa dell'udienza di convalida che si svolgerà oggi, l'attore Domenico Diele – accusato di omicidio stradale – ha spiegato di avere una problema di tossicodipendenza, ma anche che la droga non c'entra nulla con quanto l'incidente avvenuto nella notte tra sabato 24 e domenica 25 giugno. Il Corriere della Sera ha riportato un colloquio tra il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli , che si è recato in carcere a trovarlo, e l'attore: "Anche se sono dipendente dall'eroina, quella non c'entra. Io non sono uno che si droga e poi si mette al volante. Pagherò tutto quello che dovrò pagare, perchè sono colpevole ma non sono un assassino".

Diele si trovava alla guida della sua Audi A3, anche se gli era stata ritirata la patente dopo che era stato trovato alla guida sotto l'effetto di cocaina, ed è risultato positivo ai cannabinoidi e agli oppiacei: "La droga con questo incidente non c'entra. – insiste lui – Lo ripeto, è stato un incidente, non un omicidio". L'attore – diventato famoso sul set di Don Matteo e di 1992 – ha ribadito di non essersi distratto al telefonino "ho un tasto che funziona male e stavo insistendo nel pigiarlo per fare una telefonata". Ieri si sono svolti i funerali della 48enne Ilaria Dilillo, travolta e uccisa mentre si trovava a bordo del suo scooter.

Domenico Diele: "Sono colpevole, pagherò"

"Sono colpevole – ha aggiunto Diele – urlerò la mia colpevolezza con tutte le forze. Non ho scuse, ho sbagliato e devo pagare. Devo pagare quello che decideranno i giudici e se servisse a qualcosa pagherei di tasca mia anche qualunque cosa alla famiglia. Pero' non sono un criminale. In televisione si parla di me come un assassino drogato: non è cosi'". "Non me ne sono nemmeno reso conto subito di quello che era successo. Solo quando sono sceso dall'auto ho visto e ho capito". "Ho soltanto il lavoro, e se da questa vicenda uscirò con la carriera distrutta non avrò più nemmeno quello. E' giusto che paghi per quello che ho fatto, ma non che mi si dipinga come un criminale. Quella storia della coca, per esempio, è vecchia di un anno, nemmeno me ne ricordavo più. Mi sono pure sorpreso quando quella bustina è uscita fuori, stava nel portafogli da una vita. – prosegue – L'altra sera non avevo sniffato niente". Diele spiega di essersi messo comunque al volante perché la cugina ci teneva ad averlo al suo matrimonio "e l'unico modo per esserci era andare e tornare in macchina nella stessa giornata".

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