Dipendenti ricevono lettera di licenziamento e bloccano l’impianto rifiuti di Casalduni
Bloccato l'ingresso dell'impianto rifiuti di Casalduni, nel Beneventano. A protestare sono i lavoratori della Samte (la Sannio, Ambiente e Territorio), che in 41 hanno ricevuto una lettera di licenziamento. E così, dopo aver appreso che la società non aveva accettato di bloccare la procedura del licenziamento, hanno deciso di interrompere, seppur per poco tempo, l'accesso ai tir che portavano le ecoballe da Napoli allo Stir di Casalduni, che sta accogliendo temporaneamente i rifiuti partenopeo per il fermo del termovalorizzatore di Acerra.
Sul posto sono arrivati poco dopo anche carabinieri e Digos, ma la protesta è stata quasi "pacifica": dopo circa un'ora, grazie anche ad una mediazione tra i lavoratori e le forze dell'ordine, il presidio si è sciolto. I lavoratori hanno infatti accettato di incontrare il vicepresidente della Campania, Fulvio Bonavitacola, nel Sannio, per esporre direttamente a lui il caso. Anche i sindacati hanno accolto, seppur non caldamente, questo tavolo di incontro: presenti durante la protesta, le sigle Uil e Cgil, rappresentate dai sindacalisti Michele Caso ed Antonio Tizzani.
I lavoratori della Samte, la società della Provincia di Benevento che si occupa sia dello smaltimento dei rifiuti sanniti sia della gestione dello Stir di Casalduni, avevano ricevuto la lettera di licenziamento circa un mese fa. E nonostante gli svariati appelli alle autorità, hanno deciso di mettere in scena una protesta ancor più forte per far valere i propri diritti. Pochi giorni fa, gli stessi lavoratori avevano scritto un appello all'arcivescovo metropolita di Benevento, Felice Accrocca, chiedendogli un incontro per "dare voce alle nostre ragioni, e che ci apra una, strada alla speranza".