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Bambino con gravi ustioni, Senegal a Napoli per l’intervento che può salvarlo

L’iniziativa di “Emergenza Sorrisi”, che ha permesso al dodicenne di volare in Italia, dove sarà sottoposto ad un delicato intervento per le ustioni gravissime riportate nell’incendio della propria capanna di paglia, a causa di una lampada a petrolio difettosa. Il dodicenne arriva dal Senegal con la madre e sarà operato al Primo Policlinico.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Cheikh Ndiaye, il bimbo senegalese gravemente ustionato.
Cheikh Ndiaye, il bimbo senegalese gravemente ustionato.

Dal Senegal a Napoli, dove lo attende un intervento che può salvargli la vita. E' la storia di Cheikh Ndiaye, un ragazzino di appena dodici anni la cui vita può dipendere dalle cure specialistiche che lo attendono a Napoli. Cheikh è infatti vittima di devastanti ustioni agli arti ed al viso, provocate da una lampada a petrolio difettosa, che ha incendiato la sua capanna di paglia.

Impossibile però operarlo nelle strutture ospedaliere del Senegal, uno dei paesi più poveri dell'Africa occidentale. E così, grazie all'impegno dell'organizzazione Emergenza Sorrisi, il giovane potrà essere operato in Italia e, per la precisione, al Primo Policlinico di Napoli. Sarà l'equipe del professor Gianpaolo Tartaro, Professore Ordinario presso l'Università degli Studi della Campania nonché Direttore della Struttura Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo Facciale del Policlinico Vanvitelli. Assieme al dodicenne anche la madre Die Ndiaye, che resterà assieme al figlio a Napoli fino al 19 marzo.

"Ogni volta che partecipiamo a una missione chirurgica cerchiamo di operare più bambini che possiamo, ma ci sono casi come quello di Cheikh che necessitano di strumenti e strutture adeguate a causa della particolare difficoltà dell’intervento chirurgico", ha spiegato Fabio Massimo Abenavoli, presidente di Emergenza Sorrisi, "In quest’ultima missione a Dakar abbiamo ritrovato Mame, una ragazza senegalese che abbiamo operato al Policlinico Gemelli di Roma e che aveva un gravissimo tumore alla mandibola. Ora sta bene, sorride e ha ripreso gli studi. In ogni missione lavoriamo a fianco dei medici locali per trasferire competenze e conoscenze. Un primo seme che speriamo porti nel tempo anche alla creazione di presidi ospedalieri dove potranno essere curate anche le patologie più complesse".

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Giuseppe Cozzolino, giornalista, classe 1984. Laureato in Lingue Straniere, lavoro con Fanpage.it dal 2012, attualmente in forza alla redazione di cronaca di Napoli. Videogamer e appassionato di musica, di cani e di storia, soprattutto antica.
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