Don Mura assolto per pedofilia, il giallo della ‘sentenza fantasma’
Per il tribunale ecclesiastico don Silverio Mura non ha abusato sessualmente Diego Esposito. Del giudizio espresso sul suo caso, però, Arturo Borrelli, alias Diego Esposito, non ha alcuna notizia scritta. È quello che il quarantenne di Ponticelli ha fatto sapere attraverso il suo avvocato a proposito della sentenza ‘fantasma' che ha assolto l'ex sacerdote ed ex insegnante di religioni per fatti risalenti a 30anni fa. "Quando andai al colloquio con gli ufficiali della Congregazione per la Dottrina della Fede – si legge nel comunicato – Monsignor Matteo Visioli mi disse: ‘Avrete comunicazione della sentenza, affinché ciascun interessato possa eventualmente fare ricorso al tribunale di seconda istanza'. Poi aggiunse: ‘Immagino, ad esempio, che Mura vorrà percorrere tutti i gradi di giudizio".
"Bene – commenta – purtroppo le belle parole del Monsignor Visioli non hanno avuto alcun seguito. La comunicazione della sentenza non ci è giunta. Tutto quello che sappiamo proviene dalle poche dichiarazioni del legale del Mura, il quale parla di assoluzione, ma non precisa se sia stata dichiarata la prescrizione o per quale altro motivo il Mura sarebbe stato assolto". "A questo punto l'unica cosa certa (nota a tutti i soggetti che seguono, a vario titolo, questa vicenda) – continua – è che quella sentenza lascia il tempo che trova e che, di certo, non ha alcun valore nei giudizi pendenti davanti ai tribunali italiani. E aggiungo che non ha alcun valore, anche perché, come appreso da alcuni articoli di stampa, davanti al Tribunale ecclesiastico di Milano il "fuoco" della vicenda è stato spostato su fatti secondari e del tutto irrilevanti".
In questi giorni la vicenda dei presunti abusi si è spostata nel tribunale civile di Napoli, dove Arturo ha reso la sua testimonianza. "Il Tribunale civile di Napoli, invece, ha puntato dritto sui fatti storici denunciati e sulle risultanze di CCTTPP e della successiva CTU – si legge ancora nel comunicato – Quindi, comunico a tutti i giornalisti che non sono in possesso della sentenza e che ogni informazione sul contenuto della stessa dovranno richiederla direttamente agli officiali della Congregazione per la Dottrina della Fede".