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Donna ustionata dallo scoppio di un cuscino elettrico: sotto accusa l’azienda che l’ha venduto

Una donna di 49 anni ha deciso di querelare l’azienda, con sede nel Napoletano, che ha commercializzato un cuscino scaldamani che lo scorso febbraio le ha provocato un grave incidente domestico nella sua casa in provincia di Treviso: il prodotto acquistato qualche settimana prima sarebbe improvvisamente esploso provocandole un’ustione di primo grado sul corpo.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio
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Lo scorso 15 febbraio era rimasta vittima di un incidente domestico quando, nella sua casa di Mogliano Veneto, il cuscino elettrico scaldamani che stava utilizzando era improvvisamente scoppiato, causandole un'ustione grave sul fianco: il liquido bollente fuoriuscito dal cuscinetto si era riversato sul braccio e poi sull'emitorce provocandole un'ustione di primo grado. Per questo la 49enne ha deciso di presentare querela contro l'azienda che ha assemblato il cuscino e lo ha poi commercializzato: stando a quanto emerso infatti il prodotto sarebbe stato infatti prodotto, anche se non totalmente, in Cina. Si tratta di una società che ha sede a Nola, in provincia di Napoli e che ora dovrà rispondere alle accuse mosse dalla donna. Secondo quanto raccontato dalla malcapitata infatti, le conseguenze dell'incidente sarebbero state profonde e anche piuttosto lunghe: quella sera di febbraio, dopo i primi soccorsi ricevuti in ospedale al Pronto Soccorso dell’ospedale Ca’ Foncello, la 49enne ha iniziato un lungo ciclo di medicazioni che l'hanno portata ad assentarsi dal lavoro per diversi giorni. Inoltre le cicatrici provocate dall'ustione di primo grado sono ben visibili e non destinate ad andare via.

Sotto accusa la doppia etichetta riportata dal cuscino elettrico

Da qui la decisione di querelare l'azienda nel Napoletano che ha commercializzato il prodotto, azienda secondo i consulenti che seguono la 49enne già in passato oggetto di sequestro di alcuni prodotto non conformi: a questo punto però la querela nei confronti dell'azienda sembra non riguardare solo le lesioni personali subite dalla signora ma anche un discorso più ampio relativo alla sicurezza dei consumatori. Secondo quanto dichiarato dai consulenti della donna, il prodotto sembra non mostrasse una corretta marchiatura rispetto a quella che è la direttiva 2006/42/CE necessaria. Più nello specifico sarebbe emerso che la parte esterna del prodotto, ovvero la fodera in tessuto, sarebbe conforme, mentre quella interna, dunque la parte elettrica avrebbe un'etichetta ritenuta non chiara. Si tratta di un elemento fondamentale sul quale si dovrà indagare per capire se l'oggetto acquistato dalla donna in un mercatino di Mestre nel periodo natalizio sia o meno conforme alle regole Europee.

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