È morto il regista Francesco Rosi, Napoli dice addio a un altro maestro
Con la scomparsa di Francesco Rosi, regista napoletano e grande autore di film che hanno fatto la storia del cinema italiano, fra i quali ricordiamo "Le mani sulla città", "Il caso Mattei" e "Salvatore Giuliano", morto a Roma a 92 anni stanotte, unanime è il cordoglio in tutt'Italia per la perdita di un altro maestro. È il sindaco Luigi de Magistris a esprimere il dispiacere a nome della cittadinanza: "Francesco Rosi, orgoglio di Napoli, ci lascia però la sua immensa arte, lo sguardo attento e lucido sulla realtà italiana degli ultimi cinquant'anni. Ci lascia i suoi film, le sue opere d'arte, il suo ingegno inimitabile. Lo avevamo festeggiato – afferma – solo qualche anno fa al Teatro San Carlo conferendogli la medaglia d'oro della Città di Napoli e avevamo parlato a lungo di Napoli, della voglia di riscatto della sua gente, delle criticità di una metropoli difficile ma anche e soprattutto della straordinaria bellezza della città che Rosi conosceva bene e che si portava dentro da sempre da una vita, pur non vivendo stabilmente a Napoli. Ne parlava con amore, la difendeva dai soprusi dei poteri attraverso le immagini delle Mani sulla città ed oggi con lo stesso amore Napoli lo saluta rendendogli gli onori che ha meritato nel corso di una vita stupenda". L'assessore comunale alla Cultura, Nino Daniele sarà lunedì alle ore 9 a Roma alla cerimonia civile alla casa del Cinema con il gonfalone della città di Napoli: "Ci sentiamo contemporaneamente fieri per questa città che ha saputo dare figli capaci di raggiungere risultati così straordinari in ogni campo della cultura e dell'arte – dichiara – e responsabili perché questo patrimonio immenso non vada perduto e si trasformi in bagaglio prezioso per le nuove generazioni".
Da Valenzi a Bassolino, cordoglio per la morte di Rosi
"Della figura umana e professionale di Francesco Rosi – dichiara Lucia Valenzi, figlia di Maurizio, storico sindaco comunista di Napoli – ricordo sopra ogni cosa il senso di estremo rigore estetico, l’idea di vivere il suo lavoro come un mestiere fatto di fatica fisica e di cuore insieme, ma anche la grandissima giovialità. Qualità dell’uomo trasmessemi dai racconti che mio padre Maurizio Valenzi faceva di lui, avendolo conosciuto dal dopoguerra e frequentato anche durante il set de “Le mani sulla città”, film che ha esaltato le battaglie politiche dell'epoche contro il laurismo e la speculazione edilizia condotte, tra gli altri, da Carlo Fermariello e Gino Bertoli. Lungo è stato il rapporto di stima che li ha uniti". L'ex sindaco di Napoli Antonio Bassolino affida invece a un tweet il suo commiato: "Addio a Francesco Rosi, maestro del cinema civile. Le mani sulla città resta il film simbolo del suo amore per Napoli". "Rosi è stato un maestro del cinema italiano, va ricordato con grande stima e partecipazione. La sua opera ha segnato un'epoca per il nostro territorio". Questo il ricordo del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, mentre il giurista napoletano Vincenzo Maria Siniscalchi, ex vicepresidente Csm, lo ricorda cosi: "Lo ricordo negli anni '60 – dice- quando io promuovevo a Napoli i circoli del cinema. Lui veniva sempre ai nostri incontri, a presentare i suoi film e a fare dibattiti: era un grande amico, è venuto tante volte. Più recentemente ne ricordo i preziosi consigli quando ero in Parlamento e mi occupavo delle leggi sullo spettacolo in Commissione Cultura. I suoi suggerimenti erano sempre illuminati. L'ultima volta che ci siamo visti risale a pochi anni fa al Quirinale, in occasione di una festa del 2 giugno".