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Eboli, gioielli per ridurre i debiti col fisco: arrestato direttore delle Agenzie delle Entrate

Gianluca La Marca, amministratore del Caseificio Tre Stelle, è stato arrestato in una operazione coordinata dalla Dda e condotta da carabinieri e polizia di Salerno che ha portato in manette anche il direttore dell’Agenzia delle entrate di Salerno e un ex boss malavitoso. L’imprenditore è accusato di aver frodato il fisco, di aver intimidito con l’aiuto di Giovanni Maiale i concorrenti che volevano partecipare alle aste giudiziarie e di aver corrotto il direttore Emilio Vastarella con un bracciale e un orologio.
A cura di Nico Falco
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Voleva fare piazza pulita della concorrenza, acquistando le aziende in crisi coi soldi che provenivano dalla sua attività e quelli risparmiati evadendo le tasse. Se qualcuno provava a mettergli i bastoni tra le ruote, l'amico ex camorrista era pronto a “convincere” gli altri imprenditori a mollare la presa. E, per risolvere i problemi col fisco, c'era la carta della corruzione: un bracciale in oro e brillanti, che gli è valso uno sconto da 60mila euro e lo sblocco dei rimborsi Iva.

Gianluca La Marca, noto imprenditore caseario del Salernitano e amministratore del Caseificio Tre Stelle, è il perno dell'inchiesta condotta in collaborazione tra Carabinieri e Guardia di Finanza che ha portato agli arresti 3 persone, tra cui anche il direttore dell'Agenzia delle Entrate e Gianluca Maiale, ex boss divenuto poi collaboratore di giustizia.

Le indagini partono proprio dalla condotta di La Marca che, negli ultimi anni, ha attuato una politica “espansionistica”: ha sfruttato, rilevano gli inquirenti, le risorse provenienti dall'azienda di famiglia per progettare di acquistare direttamente, o tramite prestanome, gli allevamenti di bufale di Capaccio, Paestum ed Eboli che erano in crisi o sottoposte a procedure esecutive. Il suo uomo chiave era Giovanni Maiale, detto Giovanniello, che fino al 1994 era stato a capo dell'omonimo clan camorristico della Piana del Sele e, dopo la condanna in primo grado per associazione camorristica e concorso in diverse estorsioni era diventato collaboratore di giustizia.

In un caso, hanno appurato i carabinieri, Maiale aveva dissuaso un altro imprenditore a partecipare ad un'asta giudiziaria per un'azienda agricola. Quell'asta andò deserta e la madre di La Marca, unica partecipante, si aggiudicò per 944mila euro beni che erano stimati per un valore di circa 3 milioni di euro. L'imprenditore, è venuto fuori durante le indagini, aveva anche cercato inutilmente di corrompere il custode giudiziario, promettendogli soldi affinché ritardasse l'aggiudicazione dei beni.

La pericolosità dell'imprenditore era anche nelle armi che possedeva e che, temendo proprio i controlli delle forze dell'ordine, aveva chiesto di custodire al cugino, dipendente del caseificio: un fucile a pompa e una pistola con matricola abrasa, rinvenute durante le perquisizioni disposte dalla Dda, che avevano portato all'arresto del custode a giugno scorso; l'uomo, pur di non fare il nome di La Marca, dichiarò di essere l'unico responsabile di quelle armi.

Ma la spregiudicatezza di La Marca ha portato anche all'arresto di Emilio Vastarella, direttore provinciale dell'Agenzia delle Entrate di Salerno, che con l'imprenditore aveva trovato una accordo per risolvere alcune pendenze tributarie. Aveva accettato un braccialetto di oro e brillanti (poi trovato in casa sua dalle forze dell'ordine) e un orologio di valore e aveva concesso uno sconto di 60mila euro sulle sanzioni che erano state comminate al Caseificio Tre Stelle dalla Commissione Tributaria; il provvedimento era stato motivato modificando li dati sulla situazione finanziaria del caseificio: benchè le casse fossero particolarmente floride e la società in espansione, l'istruttoria parlava di una condizione economica disastrosa. Con questo escamotage il caseificio aveva ottenuto anche lo sblocco di un grosso rimborso Iva, che era stato congelato per via della controversia tributaria; per questo vantaggio il gip aveva già accolto la richiesta di sequestro preventivo della Dda e la Guardia di Finanza aveva sequestrato oltre un milione di euro sui conti correnti riconducibili al caseificio.

La Marca e Maiale sono destinatari di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita ieri sera dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri di Salerno su disposizione della locale Direzione Distrettuale Antimafia, emessa dal gip del Tribunale di Salerno. Con la stessa ordinanza è stata disposta la misura degli arresti domiciliari per Vastarella, che è accusato di corruzione in concorso con l'imprenditore.

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