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Ecco i vini Aglianico e Falanghina falsi: sono prodotti in Bulgaria

La Forestale sequestra 80mila bottiglie contraffatte, spacciate come vino Igp e Doc della Campania. È stato il personale dei Comandi Provinciali di Roma e Benevento ad accertare che dalla Bulgaria proveniva una notevole quantità di vino commercializzato con marchi come Falanghina e Aglianico Beneventano Igp, totalmente contraffatte.
A cura di Redazione Napoli
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Sulla carta (anzi sull'etichetta) erano buone bottiglie di vino Aglianico e di Falanghina. In realtà era vino di dubbia natura, proveniente dalla Bulgaria e spacciato come specialità campana. Il Corpo della Forestale, su mandato della Procura della Repubblica di Benevento, ha sequestrato circa 80mila bottiglie di vino illecitamente prodotto e distribuito sul territorio nazionale. È stato il personale dei Comandi Provinciali di Roma e Benevento ad accertare che dalla Bulgaria proveniva una notevole quantità di vino commercializzato con marchi come Falanghina e Aglianico Beneventano Igp, totalmente contraffatte.

Vino Aglianico e vino Fanalghina Igp

I disciplinari di produzione stabiliscono infatti per la produzione di vini Igp e Doc, devono essere seguite regole ferree sull'origine delle materie prime, senza utilizzare alcun tipo di adulterazione. Gli uomini del Corpo Forestale hanno potuto accertare, dall'esame dei registri aziendali, che veniva immessa fraudolentemente sul mercato una quantità nettamente superiore alla produzione, ipotizzando quindi l'adulterazione dei vini con prodotti di sintesi. "Con le frodi nel vino che sono raddoppiate con la crisi è positivo il sequestro", afferma la Coldiretti. "Gli ottimi risultati dell'attività delle forze dell’ordine confermano l'efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull'inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo. Occorre comunque distinguere – conclude Coldiretti – la burocrazia buona che tutela produttori e consumatori da quella cattiva che serve solo a stampare carte dietro le quali si nascondono i troppi furbetti del bicchiere, a danno dei veri produttori. L’opera delle forze dell’ordine – conclude Coldiretti – sarebbe comunque più facile se fosse finalmente applicato lo stop al segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero".

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