La verità sui napoletani scomparsi in Messico
"Dai fascicoli delle indagini condotte dalla Procura del Messico sulla scomparsa dei tre napoletani in Messico, emergono fatti chiari e trasparenti: i responsabili ora hanno dei nomi e dei cognomi e anche la vicenda è stata ricostruita perfettamente. La verità è a portata di mano". La dichiarazione, rilasciata all'Ansa è dell'avvocato Claudio Falleti, legale delle famiglie dei tre napoletani, i Russo e i Cimmino composta dal figlio e dalla cognata di Raffaele Russo e dalla moglie di Vincenzo Cimmino di cui non si hanno più notizie dal 31 gennaio 2018.
Domani pomeriggio, a Montecitorio, fa sapere ancora l'avvocato Falleti, il presidente della Camera, Roberto Fico riceverà il legale una delegazione dei congiunti. "Vogliamo che lo Stato ci dia quella forza in più per chiudere il cerchio", ha spiegato Falleti, "dai responsabili di quella sparizione, che sono stati individuati, vogliamo sapere dove sono i nostri connazionali. Ormai sono passati quattro mesi". Il legale dei Cimmino e dei Russo ha spiegato anche di essere in procinto di chiedere un incontro anche con i ministri dell'Interno, degli Esteri, e del Sud.
Don Angel, il boss dal dente di platino
Secondo quanto emerge dalle carte messicane Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, furono prelevati da poliziotti e condotti in una località di montagna. Lì avrebbero trovato ad attenderli il vice capo della polizia di Jalisco, Hilario Farias Mejia, e don Angel, personaggio del posto piuttosto noto, ritenuto legato alla malavita locale, che viene descritto in maniera precisa dai poliziotti: "Era a bordo di un suv rosso senza targa, ben vestito e con un dente di platino". I due cugini cercavano Raffaele Russo, padre di Antonio, zio di Vincenzo, sparito nel nulla qualche ora prima. Secondo quanto emerge dai verbali degli interrogatori dei quattro agenti arrestati, tre dei quali rinviati a giudizio, una volta arrivati all'appuntamento don Angel avrebbe anche fatto capire di sapere dove si trovasse Raffaele. Agli agenti infatti dice: "Li prendiamo e li portiamo dov'è l'altro italiano".