Eduardo, filosofo di Napoli, in mostra a Castel dell’Ovo
Una mostra di ritratti dedicata interamente al grande drammaturgo che più di ogni altro ha saluto raccontare lo splendore e le contraddizioni di Napoli. "Eduardo, filosofo di Napoli", la personale di Luciano Molino in esposizione dal 17 gennaio al 2 febbraio 2015 a Castel dell'Ovo, esplora, attraverso la potente espressività dei lineamenti e delle pose , la complessa personalità dell'artista partenopeo scomparso nel 1984. Molino impasta materiali e tecniche con effetti di sorprendente realismo e profondità: che sia il pastello, il collage, o la serigrafia, ogni materia coglie segni e sfumature della mutevole personalità del soggetto. «A trent’anni dalla scomparsa di Eduardo De Filippo – spiega l'assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Nino Daniele – abbiamo a Napoli, ma in realtà non soltanto nella nostra città, un fitto calendario di eventi: rappresentazioni teatrali, convegni. mostre per per ripensarne la figura e l’eredità artistica».
«Un omaggio dovuto al ricordo dell’artista, uomo di teatro considerato tra i più grandi drammaturghi ed interpreti del ’900, artista universale per la fama raggiunta ed i successi conseguiti in tutto il mondo e più ancora per i contenuti della sua opera. Perché ricordare Eduardo è in fondo un modo per ripensare il nostro tempo attraverso lo sguardo di un uomo che, con la sua produzione artistica, ha saputo cogliere le lacerazioni di un mondo che si spegneva ed uno che si veniva affermando impetuoso, modellando nuove relazioni e valori.
Ma Eduardo De Filippo è anche un artista, contemporaneamente e senza contraddizione – osserva l'assessore – napoletano, che ha scelto la città come scenario in cui si svolge il dramma e la commedia della sua opera, che ha usato Napoli la sua cultura, le sue storie, i caratteri stessi di un’antica e bella tradizione teatrale locale come materia e spunto per le sue creazioni. E che inevitabilmente con quest’opera ha inciso profondamente sulla nostra città, sulla sua cultura, sulla sua immagine.
«Un Eduardo dunque politico, moralista e filosofo? – continua Daniele – Sembra suggerirlo Luciano Molino con il titolo di questa mostra, ma il pittore coglie, grazie alla sua sensibilità d’artista, un’altra piccola, importante verità: che in Eduardo come la parola, il bel dialetto napoletano da lui riplasmato per farsi espressivo di un punto di vista nuovo, così la figura e il volto si fanno materia e strumento della riflessione, del pensiero dell’artista e veicolo immediato, ma contemporaneamente studiato e meditato, della sua capacità di comunicare e di parlare al suo pubblico. È ammirevole – conclude l'assessore – come i ritratti di Luciano Molino siano capaci di raccontarci pensieri, stati d’animo, perplessità, tutto l’insieme di sentimenti che l’arte scenica di Eduardo suscitava e suscita negli spettatori e che, oltre le parole stesse, li interroghi, li chiami in causa, fraternamente li ammonisca».