È Melito il nuovo disastro Pd. Il candidato a sindaco? È di destra
Nella città del segretario provinciale, il Partito Democratico sarà quasi certamente alleato con liste e movimenti di centrodestra, in appoggio allo storico leader locale di Forza Italia, con cui si è scontrato duramente negli ultimi quindi anni. Accade a Melito, dove fino a qualche settimana fa il primo cittadino era Venanzio Carpentieri: segretario del partito a Napoli, sindaco sfiduciato dallo stesso Pd a casa sua. Una situazione sclerotica che porterà i democrat a sostenere una coalizione composta dagli acerrimi nemici di Carpentieri, che ha al vertice Antonio Amente, storico esponente del centrodestra cittadino.
Regista occulto dell’intera operazione è il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, mai tenero con l’establishment regionale del Partito Democratico, al quale pure è iscritto. Amente, infatti, nel 2015 si è candidato alla Regione, senza essere eletto, nella lista Campania in Rete, composta da persone in precedenza vicini all’ex sottosegretario di Forza Italia Nicola Cosentino, poi trasmigrati nel centrosinistra senza mai aver rinnegato il proprio passato. La candidatura a sindaco nella sua città, dove Amente è stato già primo cittadino per molti anni, è una sorta di compensazione per l’apporto dato a De Luca, ma è una mazzata pesantissima a Carpentieri ed ai renziani.
Lo stesso Carpentieri ha provato in ogni modo a far sì che il Pd locale non scegliesse Amente, ma il partito locale, mettendolo in minoranza, ha deciso diversamente. Per Carpentieri, sotto attacco da mesi a livello provinciale per la sua gestione del partito e mandato a casa dai suoi stessi consiglieri di riferimento, è un nuovo smacco, anche perché si sarebbe voluto ricandidare. Una ipotesi che non è ancora tramontata del tutto: nelle scorse ore l’eurodeputato Andrea Cozzolino ha fatto appello affinché si faccia un passo indietro e Carpentieri abbia l’investitura di candidato a sindaco del Pd.
In tanti nel Pd napoletano e cittadino stanno provando a ricucire gli strappi. Un paio di giorni fa era saltato fuori anche un nome di garanzia: quello dell’ex assessore provinciale in quota Rifondazione Comunista ed ex assessore al patrimonio del Comune di Napoli nella prima amministrazione De Magistris, Bernardino Tuccillo, che aveva dato la sua disponibilità. Addirittura, Articolo 1 aveva proposto di ritirare la candidatura a sindaco di Pietro D’Angelo, che aveva rotto con il Pd dopo la scelta di appoggiare Amente, proprio per sostenere Tuccillo. La nuova candidatura, però, è saltata quasi subito, quando è stato lo stesso presidente De Luca a mettere il suo veto: due anni fa aveva nominato Tuccillo alla guida dello Iacp, salvo poi mandarlo via nel giro di poche settimane su pressione di Franco Moxedano, consigliere di Italia dei Valori. Il motivo: Tuccillo aveva scritto un duro libro di accusa contro il sindaco partenopeo e, dopo il defenestramento aveva lanciato strali anche contro il leader salernitano.
Amente, nemico storico del Pd locale, si è detto più volte tranquillo e, intervistato dall’Ansa, si è autoproclamato “leader di una coalizione di centrosinistra a Melito” anche se è sempre “stato democristiano e ci tengo a dire che lo sono ancora”. Per lui le polemiche “sono fuori luogo, sono circa tre anni che sono in contatto con il centrosinistra e ho rapporti buoni con i consiglieri del Pd, compreso lo stesso ex sindaco Carpentieri, nonostante gli scontri che abbiamo avuto quando lui era all’opposizione in Comune”. A Napoli, intanto, il partito è in rivolta contro le decisioni prese a Melito. Francesco Nicodemo, uno dei più stretti collaboratori del segretario nazionale Matteo Renzi, ha scritto su Facebook che è uno “scuorno” quello che il “PD Napoli sta facendo nelle liste dei comuni al voto in provincia.”
AGGIORNAMENTO DELLE 19.20 del 12 maggio.
Con una mossa a sorpresa, il presidente nazionale del Pd Matteo Orfini ha scavalcato i quadri locali ed ha deciso che il partito non appoggerà più Amente, ma il sindaco uscente Carpentieri. Sarà una corsa in solitaria, visto che il partito non avrà altre liste collegate, e quasi disperata: l'impressione è che si corra esclusivamente per motivi "di bandiera", con scarsissime possibilità di vittoria.
C'è fibrillazione a Melito, dove molti iscritti al Pd stanno decidere in queste ore di continuare a supportare Amente. D'altro canto, Carpentieri ha la difficoltà di "chiudere" la lista entro domani, termine ultimo di presentazione, e di raccogliere le firme necessarie per legge affinchè la sua candidatura sia valida. E' iniziata una corsa contro il tempo e non è ancora detto che si concluderà positivamente.