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Elezioni Regionali, per il Partito Democratico lista con polemiche (come al solito)

Sicuri di una ricandidatura gli uscenti Casillo, Marciano, Topo, Cortese, Marrazzo. Tra le donne, poker di “parenti d’arte”: Amato, Fiola, D’Angelo, Mauro. La lista, però, non piace al vicesegretario napoletano del partito, che lo dice chiaro e tondo su Facebook…
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Tutti i partiti stanno lavorando alacremente alla chiusura delle liste per le imminenti elezioni regionali: termine ultimo per la presentazione delle liste è il 2 maggio. Il Pd, alle prese con lotte tra correnti, candidature con veti incrociati e ferrei regolamenti interni, è quello che ha avuto finora più grattacapi di tutti. A Napoli, ad esempio, ormai è chiusa la lista con 26 nomi invece di 27 "per lasciare posto ad un nome della società civile" che ovviamente non sarà mai eletto. Saranno della partita i consiglieri uscenti: Mario Casillo, che punta al boom di preferenze, Antonio Marciano, Lello Topo, Angela Cortese, Nicola Marrazzo, che l’ultima volta fu eletto in quota Italia dei Valori.

Nella lista troverà spazio, alla fine, anche l’ex sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, Pino Capasso: si era fatto decadere da primo cittadino dopo che aveva fatto ricorso contro una multa elevatagli dalla polizia municipale, ma al Pd nazionale non è bastato. Per salvare la faccia, non potendosi più dimettere, gli hanno chiesto di far dimettere l'intero consiglio comunale che, in maniera ligia agli ordini, è andato a casa nelle scorse ore su richiesta di Capasso. San Sebastiano al Vesuvio senza amministrazione, dunque, è Capasso, che negli scorsi giorni aveva parlato della decadenza come di un "tragico errore", pronto a correre. A Salerno, invece, il sindaco di Agropoli di Franco Alfieri ha deciso di ritirare la causa contro il suo Comune ed è tornato in sella, rinunciando alla candidatura alle regionali. Un problema in meno per il Pd salernitano.

A Napoli saranno in lista, tra gli altri, Gino Cimmino, già segretario provinciale, sostenuto dalla corrente di Massimiliano Manfredi. L’area che fa capo a Gianni Pittella appoggerà il puteolano Elia Buono,  tramontata la candidatura di Emilio Di Marzio, che sembrava sicura fino a qualche settimana fa, come pure restano fuori dalle liste l'ex vicesindaco di Castellammare di Stabia, Nicola Corrado, e l'ex vicepresidente nazionale di Libera, Leandro Limoccia, che sarebbe dovuto entrare in lista in quota Luisa Bossa. La Cgil proporrà un proprio candidato, Gianluca Daniele, che ha molte possibilità di venire eletto.

Per le “quote rosa” un pezzo di partito ha provato fino alla fine a candidare come capolista Regina Milo, esponente dei Giovani Democratici, ma alla fine l'ha spuntata la presidente del Pd di Napoli ed ex assessore al Comune di Napoli Elisabetta Gambardella. Ci saranno anche l’ex candidato sindaco a Torre del Greco Loredana Raia, la presidente della Municipalità San Giovanni – Barra – Ponticelli Anna Cozzino. Saranno in lista anche quattro “parenti d’arte”: Enza Amato, la figlia del consigliere regionale uscente Antonio, attualmente segretaria del circolo di Fuorigrotta; Bruna Fiola, la figlia del consigliere comunale partenopeo, in corsa per la presidenza della Camera di Commercio, Ciro; Angela D’Angelo, figlia di Gennaro, esponente di spicco del partito a Casandrino; Raffaella Mauro, presidente del circolo Pd di Nola e nipote dell’ex consigliere regionale della Margherita Gaetano.

Fatta la lista, sono subito scattare le immancabili polemiche: su Facebook, il vicepresidente provinciale Livio Falcone si è espresso in maniera assai negativa sulle scelte effettuate. "Non mi convince questa lista. – scrive Falcone – Il Pd a Napoli deve essere il partito del cambiamento generazionale, del rinnovamento e della valorizzazione del merito… e questa lista per le regionali non mi piace…"

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