Escursionista morto in Cilento, la famiglia insiste: “Ritardo nei soccorsi”
C'è stato un ritardo nei soccorsi. Ne è convinta la famiglia di Simon Gautier, il turista francese di 27 anni morto durante una escursione, lo scorso 9 agosto, a San Giovanni a Piro, in Cilento, nella provincia di Salerno. Delphine Godard, la madre del giovane studente transalpino e Olivier Compte, il suo compagno, che hanno sempre denunciato che la macchina dei soccorsi, a loro avviso, si è attivata tardi, lo ribadiscono nel corso di una intervista al quotidiano francese Le Monde. "Apparentemente, né il 112 né il 118 sapevano come aiutarlo a geolocalizzarsi" dice Olivier, mentre Delphine, la madre di Simon, dichiara: "Ci siamo sentiti abbandonati a noi stessi, nell'incertezza totale". I due, poi, chiedono alle autorità italiane e francesi "chiarimenti sui ritardi e l'assenza di coordinamento delle operazioni di soccorso".
Intanto, la Procura di Vallo della Lucania indaga ancora per omicidio colposo a carico di ignoti: i magistrati sono chiamati a stabilire se si potesse fare qualcosa in più per localizzare e salvare Simon Gautier. Il giovane francese, da qualche anno a Roma per studiare, era arrivato in Cilento intenzionato a raggiungere Napoli e piedi. Il 9 agosto, all'inizio del suo cammino, qualcosa è andato storto: al 112 arriva una telefonata del 27enne che, nel Golfo di Policastro, avverte di essere caduto in un dirupo e di essersi gravemente ferito le gambe. Dopo giorni di ricerche, il cadavere di Simon viene ritrovato, il 18 agosto, proprio in fondo a un burrone. L'autopsia sul corpo stabilirà che il giovane transalpino è deceduto a causa di uno choc emorragico dovuto alla frattura delle gambe, che gli hanno reciso l'arteria femorale: la morte sarebbe sopraggiunta subito, circa 45 minuti dopo la telefonata alle forze dell'ordine.