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Estorsioni e appalti: colpo al cuore del clan Moccia, 45 arresti tra Napoli e Roma

Estorsione e appalti, il regno incontrastato nell’hinterland Napoletano e il radicamento nel Lazio per continuare a macinare quattrini. Duro colpo ai vertici del clan guidato da Luigi Moccia e operante nella zona Nord Orientale, da Caivano ad Afragola a Casoria: in tutto 45 arresti tra Napoli e Roma.
A cura di Valerio Renzi
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Quarantacinque arresti tra Napoli e Roma. Questo è il bilancio di un'operazione portata a termine questa mattina al termine di una lunga contro il clan Moccia inchiesta coordinata dalla Dda di Napoli, e che ha visto il coinvolgimento degli agenti della Squadra Mobile, dei carabinieri di Castello di Cisterna e della Guardia di Finanza.

Il dominio nell'hinterland di Napoli

Secondo gli inquirenti l'organizzazione avrebbe imposto per anni il racket in molti comuni dell'hinterland Napoletano, aggiudicandosi al contempo numerosi appalti. Associazione per delinquere di stampo camorristico, armi, estorsione e riciclaggio le accuse contro le persone raggiunge da un'ordine di custodia cautelare in carcere, che avrebbero dominato sui territori di Afragola, Casoria, Arzano, Frattamaggiore, Frattaminore, Cardito, Crispano e Caivano, Acerra. Un dominio che si sarebbe esteso anche nel Lazio.

I vertici del clan Moccia

La lunga inchiesta ha portato alla luce l'organigramma interno del gruppo. Al vertice ci sarebbero stati Luigi Moccia, Filippo Iazzetta, Teresa Moccia e fino a che è stata in vita Anna Mazza. A questi si affiancavano alcuni soggetti denominati ‘senatori', che avrebbero ricevuto gli ordini dal vertice godendo della loro massima fiducia. Si tratta dello scomparso Salvatore Caputo, di Domenico Liberti, Mario Luongo, Pasquale Puzio e Antonio Senese.

Il radicamento nel Lazio

Un'organizzazione ramificata e diversificata dove non sarebbero mancati i contrasti e le gelosie. Ad esempio Modestino Pellino, assassinato a Roma il 24 luglio del 2012, sarebbe diventato un boss di fatto, scavalcando i senatori grazie al favore di cui godeva presso Luigi Moccia, che da tempo aveva trasferito i propri affari e il proprio domicilio a Roma.

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