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Evaso dal carcere di Poggioreale con un lenzuolo: continua la caccia all’uomo

Si passano al setaccio gli ambienti dove Robert Lisowski, il 32enne accusato di omicidio, potrebbe trovare aiuto e complicità per continuare la sua fuga. Infuriano intanto le polemiche sulle condizioni di sicurezza e detenzione nel carcere napoletano e si lavora per ricostruire l’esatta dinamica dell’evasione.
A cura di Redazione Napoli
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Una foto di Robert Lisowski, detenuto fuggito, diffusa dalla Questura di Napoli
Una foto di Robert Lisowski, detenuto fuggito, diffusa dalla Questura di Napoli

Continua la caccia all'uomo. Le forze dell'ordine sono sulle tracce di Robert Lisowski, il 32enne di nazionalità polacca che nella mattinata di ieri – domenica 25 agosto – è evaso dal carcere di Poggioreale calandosi con un lenzuolo oltre il muro di cinta indisturbato e cominciando la sua fuga. L'uomo, il primo evaso dal carcere napoletano dopo un secolo, era stato arrestato lo scorso 5 dicembre 2018 con l'accusa di omicidio per aver ucciso, al culmine di un litigio, un manovale di 36 anni. La Questura di Napoli invita i cittadini che lo avvistino a dare immediatamente l'allarme, diffondendo la foto segnaletica dell'uomo e una sommaria descrizione. "L'uomo è da considerarsi pericoloso. Chiunque lo vedesse, dice la Questura, è pregato di contattare subito i numeri di emergenza e soccorso pubblico", è l'appello.

Mentre gli inquirenti passano al setaccio le amicizie e gli ambienti dove il 32enne in fuga potrebbe trovare appoggio e complicità, infuriano le polemiche sulle condizioni del carcere di Poggioreale. Prima di tutto si sta ricostruendo la dinamica dell'evasione: secondo quanto accertato finora il detenuto si sarebbe allontanato senza farsi notare al termine della messa a cui aveva assistito nella piccola chiesa dell'istituto e, dal padiglione Milano del carcere, ha raggiunto il muro di cinta calando il lenzuolo. Tutto davvero molto facile: si sta appurando se abbia goduto di qualche complicità.

Ma a finire nel mirino è soprattutto la direttrice del carcere, Maria Luisa Palma, di cui da più parti si chiede la rimozione, prima di tutto da parte dei sindacati della Polizia Penitenziaria che denunciano la cronica carenza di organico arrivando a chiedere la demolizione dell'istituto penitenziario. Solo alcuni giorni fa è stato reso pubblico il dossier della direttrice Maria Luisa Palma, dopo le pesanti critiche del Garanta nazionale dei detenuti Mauro Palma. Di fronte alla descrizione drammatica delle condizioni strutturali e di sovraffollamento all'interno dell'istituto di pena, oltre che alla denuncia di quattro episodi di presunte violenze, la direttrice rivendicava il lavoro svolto giudicando le critiche ingiuste.

"Con i suoi oltre 2000 detenuti, la Casa circondariale di Poggioreale è l’Istituto con il maggior numero di persone ristrette: ai primi di maggio, durante la visita del Garante, erano 2.373, su 1.633 posti previsti e una capienza reale di 1.515. Oggi i detenuti sono 2085 su 1.423 posti disponibili. – questa la nota del Garante dei detenuti dopo quattro giorni di ispezione a sorpresa – Le condizioni materiali dell’Istituto risentono degli anni e della visione custodiale degli inizi del secolo scorso, quando è stato costruito, rendendolo poco compatibile con le esigenze trattamentali: mancano gli spazi comuni per le attività lavorative, culturali o ricreative, le sale per la socialità di reparto. Tutto ciò nonostante la realizzazione di alcuni lavori di ristrutturazione e la programmazione di altri.
Disagevoli le condizioni degli ambienti di lavoro, con l’ufficio della matricola, operativo 24 ore al giorno, che si trova in un semi-interrato insalubre, con luce insufficiente e forte umidità, come già segnalato dal Garante a seguito della visita effettuata a fine 2017, inizio 2018″

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